Il fortissimo terremoto di Mw 8.7 del 28 marzo 2005 in Indonesia

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Il fortissimo terremoto di Mw 8.7 del 28 marzo 2005 in Indonesia

Una scossa di 8.7 gradi Richter si registrò al largo dell’isola di Sumatra nel pomeriggio del 28 Marzo 2005, che provocò gravi danni sulla cittadina costiera di Gunungsitoli, nell’isola indonesiana di Nias, con 1300 morti ed il 75% delle costruzioni seriamente danneggiate.
legacy.ingv.it

Tutta l’area venne colta dal panico: era ancora troppo vivo il ricordo della tragedia di appena 3 mesi prima, quando un evento sismico ancor più forte (9.
3 gradi Richter) colpì pressappoco le stesse zone provocando un gigantesco maremoto sull’Oceano indiano.

In quest’occasione, proprio per non correre il rischio di ripetere la tragedia del Dicembre ’04, si ebbero ingenti evacuazioni sulle regioni costiere di Thailandia, Malesia e Sri Lanka.

Lo tsunami che si venne a generare (onde alte fra 2 e 3 metri) causò fortunatamente danni molto più limitati, relativamente agli impianti portuali ed aeroportuali dell’isola di Simeulue. Si trattò comunque del terzo più potente terremoto in Indonesia dal 1965 ad oggi, il nono al Mondo dal 1900 per intensità.

Il terremoto che ha colpito l’Indonesia il 28 marzo 2005 è avvenuto in una regione molto attiva dal punto di vista sismico. Migliaia di terremoti vengono localizzati ogni anno in quest’area (vedi mappe sottostanti).

Distribuzione della sismicità tra il 1990 ed oggi (mappa a sinistra) e nel solo 2005 (mappa a destra) nella zona colpita dai terremoti del 26 dicembre 2004 e 28 marzo 2005 (indicati rispettivamente da un cerchio grande e da una stella di colore arancione nelle immagini). Fonte: USGS

Tale sismicità è legata all’elevata velocità di deformazione caratterizzante questa regione. Migliaia di terremoti vengono localizzati ogni anno in quest’area.
Il terremoto di ieri ha avuto un meccanismo simile a quello del 26 dicembre 2004. I due eventi si sono verificati in due porzioni adiacenti dello stesso limite di placca: la placca indiana a sud-ovest e quella indonesiana-birmana (Sunda) a nord-est. La prima tende a scorrere sotto l’altra con una velocità media di circa 6 cm/anno.

Il terremoto del 26 dicembre ha avuto una magnitudo superiore (è stata recentemente incrementata a MW 9.3) rispetto a quello del 28 marzo (anche questa rivista al rialzo ed attualmente stimata a MW 8.7).
Il terremoto del 26/12/2004 è stato generato dalla rottura su una faglia lunga oltre 1200 km, mentre il segmento di faglia attivatosi il 28 marzo è lungo circa 300-400 km, come evidenziato dalla distribuzione delle repliche delle ore immediatamente successive la scossa.

Principali repliche della scossa del 28 marzo, rappresentata dal simbolo più grande

Mentre la rottura del terremoto di dicembre 2004 aveva seguito un andamento da sud a nord (dalla parte nord-occidentale di Sumatra verso nord-ovest), quello del 28 marzo 2005 ha interessato un segmento dello stesso limite di placca posto a sud-est di quello attivato il 26/12. L’epicentro del terremoto del 28/03 dista circa 200 km a SE dall’epicentro del 26/12.

Le cause del terremoto del 28 marzo sono essenzialmente due: l’accumulo continuo di deformazione al margine tra le due placche e il trasferimento di sforzi avvenuto dopo il terremoto del 26 dicembre. Questo secondo processo, ipotizzato sulla base di modellazioni al calcolatore, potrebbe aver contribuito ad “anticipare” la rottura sulla faglia attivatasi il 28/03. In questa zona un forte terremoto era avvenuto nel 1861.
Questo terremoto ha ingenerato un ulteriore trasferimento di sforzo sulle regioni adiacenti del medesimo confine di placca, tuttavia, è molto difficile allo stato attuale valutare se le probabilità di accadimento di un nuovo forte terremoto nella zona siano aumentate.

Considerata la sua magnitudo e la sua posizione, il terremoto del 28 marzo aveva il potenziale per generare un forte tsunami. Effettivamente i dati di un mareografo posto a Colombo (Sri Lanka) hanno registrato un’onda di alcuni decimetri, probabilmente non sufficiente a causare danni, in accordo con i risultati di una simulazione preliminare effettuata dai ricercatori dell’INGV. La stessa simulazione predice valori di altezza dell’onda di tsunami di 1-2 m in corrispondenza della costa di Sumatra prospiciente l’epicentro. Tuttavia di questa circostanza non esistono al momento riscontri diretti (si ricordi però che anche nel caso del terremoto del 26/12 nelle prime 36 ore dall’evento non si ebbero notizie di danni lungo le coste di Sumatra).

Registrazione mareografica effettuata a Colombo (Sri Lanka) il giorno 28 marzo 2005 (sopra) e simulazione delle massime altezze d’acqua attese a seguito del terremoto (sotto). La registrazione mostra picchi di sollevamento del livello marino di qualche decina di centimetri (si noti che la scala verticale è in piedi!) che si sovrappongono al normale ciclo delle maree. La simulazione mostra ampiezze di qualche decimetro in mare aperto, di 20-30 centimetri a Colombo e di 1-2 metri a Sumatra

Si può infine osservare come in questo caso i dati disponibili dopo i primi minuti dalla scossa sono stati prontamente utilizzati per allertare tempestivamente la popolazione, anche se come si è visto gli effetti dello tsunami sembrano essere stati contenuti.

Due tra le repliche più forti sono state registrate nella notte tra il 3 e il 4 aprile, con magnitudo 6.1 e 6.3.
La distribuzione epicentrale della sequenza rileva un’area di faglia estesa per oltre 400 km, allungata in direzione Sud-Est rispetto all’epicentro della scossa principale del 28 marzo. L’allineamento delle repliche segue il margine di placca lungo il quale sono avvenuti i terremoti del 26 dicembre e del 28 marzo.

Distribuzione delle repliche avvenute tra il 28 marzo e la sera del 3 aprile 2005. I due simboli arancioni indicano gli epicentri dei due eventi di magnitudo superiore a 6 avvenuti nelle ultime 24 ore. Fonte: USGS

Lo Tsunami.

La simulazione realizzata da A. Piatanesi dell’INGV e disponibile sul sito INGV (vedi anche link più sotto),suggeriva un’altezza dell’onda sulle coste di Sumatra e delle isole intorno di 1-2 metri. Tale ipotesi è stata confermata: un’onda di 3 metri ha danneggiato il porto e l’aeroporto di Simeulue. Onde fino a 2 metri sono state osservate sulla costa occidentale di Nias e onde di 1 metro a Singkil e a Meulaboh, Sumatra.

Altezza massima del mare simulata. Le isole di Simeulue, di Nias e del tratto di costa di Sumatra antistante sono interessate da onde alte tra 1 e 2 metri (zona a colore fuxia). In particolare la costa Sud-Occidentale di Simeulue è attaccata da onde fra i 2 e i 4 metri. Da notare l’effetto direttivo dovuto alla sorgente: l’energia si concentra in direzione perpendicolare alla faglia (Nord Est – Sud Ovest).

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