Scoperta (casualmente) nel terreno una nuova classe di antibiotici in grado di sconfiggere i superbatteri resistenti

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Scoperta (casualmente) nel terreno una nuova classe di antibiotici in grado di sconfiggere i superbatteri resistenti

Un team di ricerca americano ha scoperto una nuova classe di antibiotici nel terreno. In una serie di microrganismi ad oggi sconosciuti, presenti nel suolo e nella sporcizia, potrebbe dunque essere la chiave per risolvere il problema dell’antibiotico-resistenza?
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La medicina moderna ha inizio quando Alexander Fleming scoprì la penicillina, il primo antibiotico. Circa novant’anni dopo, il mondo affronta una crisi legata alla resistenza che hanno sviluppato alcuni batteri nei confronti degli antibiotici. Ecco allora che le infezioni sono sempre più difficili da trattare e generano serie preoccupazioni per la salute futura dei cittadini.

Nei laboratori di tutto il mondo, gli scienziati corrono ai ripari per trovare nuove soluzioni in grado di combattere questi microrganismi super resistenti. Adesso arriva un’interessante novità in questo senso. Il microbiologo Sean Brady, professore alla Rockefeller University di New York, insieme al suo team ha infatti scoperto un nuovo potenziale antibiotico e sapete dove l’ha trovato? Nel terreno che tutti noi calpestiamo ogni giorno!

L’idea di Brady è stata quella di indagare nel suolo alla ricerca di qualche soluzione. Come ha messo in luce anche una precedente ricerca, infatti, i microbi presenti nella terra (la maggior parte dei quali sono ancora sconosciuti) rappresentano una potenziale grande ricchezza per la nostra sopravvivenza sul pianeta.

Ora il nuovo studio, pubblicato su Nature Microbiology, riporta la scoperta di una nuova classe di antibiotici estratti da microorganismi che vivono proprio nel suolo. Questa classe, chiamata malacidine, uccide diversi superbatteri tra cui il temuto Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) e non genera resistenza anche dopo settimane di esposizione.

Naturalmente per sviluppare questo nuovo antibiotico potrebbero volerci anni, come ha avvertito il professor Brady. Infatti, per fare in modo che una nuova molecola venga sviluppata, testata e approvata per la distribuzione occorre un tempo mediamente lungo ma questa scoperta prova qualcosa di importante: la biodiversità del nostro pianeta, in alcuni suoi aspetti ancora sconosciuta, può essere potenzialmente utile anche nella lotta ai superbatteri resistenti.

E’ grazie all’avvento della metagenomica, tecnica che consente a tutto il materiale genetico di un campione di essere sequenziato in massa, che i ricercatori possono aspirare a questo obiettivo importante.

Per realizzare lo studio, il team di Brady ha clonato enormi quantità di DNA utilizzando quasi 2.000 campioni di terreno forniti da diversi scienziati di tutto il paese. Poi il DNA è stato inserito in un ceppo innocuo di batteri, trasformando essenzialmente i microbi in una fabbrica di malacidi. Per valutarne le potenzialità, i ricercatori hanno infine applicato i microbi ai batteri MRSA scoprendo che agivano molto bene senza creare alcuna resistenza.

Il team stava cercando specificamente un gene noto associato alla produzione di antibiotici calcio-dipendenti, molecole che attaccano le cellule batteriche ma solo in presenza di calcio.

Secondo Brady, le malacidine agiscono interferendo con il processo che i batteri usano per costruire le loro pareti cellulari. Non si sa specificatamente da quali specie provengano le molecole ma non è importante saperlo dato che gli scienziati hanno già in mano il modello genetico per poter costruire l’antibiotico.

Riferendosi alle potenzialità presenti nel suolo il professor Brady ha dichiarato:

“La maggior parte di ciò che c’è è completamente sconosciuto e questo è il futuro!”

Staremo a vedere se ha ragione!

Francesca Biagioli

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