È finita l’epoca del “clima stabile”, l’inquinamento da carbonio ci sta portando al “new normal” estremo

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È finita l’epoca del “clima stabile”, l’inquinamento da carbonio ci sta portando al “new normal” estremo

Uno studio conferma che in Europa e Nord America gli ultimi decenni sono stati più caldi degli ultimi 11.000 anni
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Un team di ricercatori statunitensi ha hanno condotto uno studio sul clima che ha determinato che «Le recenti temperature in Europa e nel Nord America sembrano avere pochi precedenti, se non nessuno, negli ultimi 11.000 anni».

Lo studio “Reconciling divergent trends and millennial variations in Holocene temperatures”, pubblicato su Nature da un team di ricercatori dell’università del Wyoming, che comprendeva anche scienziati dell’ US Geological Survey e delle università dell’Oregon e dell’Utah, ha rivelato importanti fluttuazioni naturali del clima che si sono verificate negli ultimi millenni, il che, in assenza di attività antropiche, oggi avrebbe naturalmente portato a un  raffreddamento climatico, mentre invece stiamo assistendo a un riscaldamento globale.

il principale autore dello studio, il geologo e geofisico Jeremiah Marsicek, ci ha lavorato 2011 al 2016 e il suo supervisore, il professore Bryan Shuman, come lui dell’università del Wyoming  spiega che la cosa più significativa emersa è la temperatura nei due continenti negli ultimi 11.000 anni: «Il documento fornisce una prospettiva geologicamente a lungo termine sui recenti cambiamenti di temperatura nell’emisfero settentrionale e sulla capacità dei modelli climatici, come i modelli della National Oceanic Atmospheric Administration e del National Center for Atmospheric Research (Ncar) utilizzati nello studio, per prevedere i cambiamenti. Le simulazioni climatiche fanno un ottimo lavoro di previsione dei cambiamenti». Marsicek aggiunge: «Direi che è significativo che le temperature del decennio più recente superino le temperature più calde della nostra ricostruzione di 0,5 gradi Fahrenheit, avendo pochi – se non nessuno – precedenti negli ultimi 11.000 anni. Inoltre, abbiamo appreso che il clima è fluttuato naturalmente negli ultimi 11.000 anni e che, in assenza di attività umane, oggi questo avrebbe comportato un raffreddamento».

Shuman.sottolinea che «Lo studio  riguarda un periodo che inizia dalla fine dell’era glaciale, quando c’era ancora una coltre di ghiaccio che ricopriva il Canada».

I ricercatori statunitensi hanno ricostruito le temperature dell’Europa e del Nord America attraverso i pollini fossili raccolti da 642 laghi o stagni e Shuman spiega ancora: «Quando raccogliamo sedimenti dal fondo del lago, possiamo riconoscere le sequenze delle piante che crescevano in una data area in base alla forma del polline fossile lasciato alle spalle”, spiega. “Poiché le diverse piante crescono a temperature diverse, possiamo definire  le temperature in un dato luogo in un dato momento».

Ne è venuto fuori che queste ricostruzioni climatiche collimavano perfettamente alle simulazioni del Ncar che sono state condotte in modo indipendente nell’ambito di progetti separati. Simulazioni al computer che più tardi sono entrate a far parte dello studio. Shuman evidenzia che «Le nostre stime delle temperature e le simulazioni Ncar erano in media di un quarto di grado Fahrenheit, negli ultimi 11.000 anni. Sono rimasto sorpreso dal fatto che i computer models abbiano fatto un buon lavoro e di come hanno previsto i cambiamenti stimati».

L’Oleocene – l’epoca geologica in cui viviamo, anche se in molti pensano che sia ormai iniziato l’Antropocene – è stato caratterizzato da un riscaldamento a lungo termine, che è iniziato da 12.000 a 11.500 anni fa, alla fine dell’era glaciale pleistocenica. Le ricostruzioni indicano che le evidenze di periodi significativamente più caldi rispetto all’ultimo decennio erano limitate a poche aree dell’Atlantico settentrionale che probabilmente erano insolite a livello globale. Shuman afferma che «I risultati hanno determinato che l’ultimo decennio è stato più caldo di 6,5 gradi Fahrenheit rispetto a 11000 anni fa. Inoltre, i decenni più recenti sono stati di almeno mezzo grado Fahrenheit più caldi i rispetto ai periodi più caldi di quel periodo di 11.000 anni, contando anche per le incertezze. Senza gli esseri umani, il trend sarebbe stato al raffreddamento». Insomma il trend al riscaldamento degli ultimi 30 anni non ha eguali- tranne singoli anni di caldo estremo che possono verificarsi ogni 500 anni –  nel clima globale della Terra dopo l’Era glaciale. E gli ultimi 10 anni sono stati caldi come uno di quegli anni torridi che si verificavano ogni 500 anni.

Per Joe Romm di ThinkProgress «Questa ricerca conferma i  risultati del 2013  che l’inquinamento da carbonio causato dall’uomo ha posto fine al clima stabile che ha permesso lo sviluppo della civiltà moderna, l’agricoltura globale e un mondo che possa sostenere una vasta popolazione».

I ricercatori ricordano che nei precedenti studi sul cambiamento climatico era stato difficile conciliare il  naturale raffreddamento a lungo termine che avrebbe dovuto esserci  con  il riscaldamento globale in atto e i modelli cliimatici che simulavano in modo coerente il riscaldamento a lungo termine. «In questi studi sono stati utilizzati dati delle temperature marine e costiere – dice Shuman. – Tuttavia, alcune aree degli oceani potrebbero essere insolitamente calde e distorcere i risultati della temperatura media generale a lungo termine di alcuni di questi studi precedenti».

Il biologo Jonathan Wynn, direttore dei programmi della Division of Earth Sciences del National science foundatio . che ha finanziato lo studio insiema al Nasa Space Grant Consortium  –  è convinto che «Questi risultati aiutano a risolvere la divergenza nei trend climatici egli ultimi 2000 anni registrati nei sedimenti marini nell’Atlantico settentrionale, rispetto a quelli registrati nei pollini fossili continentali del Nord America e dell’Europa. Questi nuovi risultati ci aiutano a comprendere come il sistema climatico globale lavori su scale che vanno da decenni a millenni e, dal lontano passato, ci dà una nuova prospettiva sui cambiamenti climatici recenti e futuri»,

Romm conclude: «Il punto essenziale è che, a causa soprattutto all’inquinamento da carbonio, le temperature globali sono aumentate al di fuori delle condizioni relativamente stabili e relativamente lente che esistevano quando gli esseri umani stavano scoprendo dove il clima – e i fiumi e il livello del mare – erano più adatti per vivere e coltivare. Nel prossimo secolo potremmo mantenere il riscaldamento totale vicino al 4° F – ed evitare le peggiori conseguenze – ma solo con uno sforzo molto aggressivo per uscire dai combustibili fossili e per ripulire l’energia. Tuttavia, con  la politica  del presidente Donald Trump per promuovere i combustibili fossili a scapito dell’energia pulita, siamo diretti verso un riscaldamento globale medio compreso tra i 7 e gli 11° F e agli impatti estremi che ne deriveranno».

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