19 febbraio 1911: 113 anni fa il terremoto di Mw 5.5 in provincia di Forlì-Cesena

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19 febbraio 1911: 113 anni fa il terremoto di Mw 5.5 in provincia di Forlì-Cesena

L’ennesima dimostrazione che, l’Emilia Romagna, è da sempre una zona altamente sismica, a dispetto di quanto affermato da molti dopo il sisma del 2012
A cura di Luigi Andrea Luppino
www.meteoweb.eu

Il 19 Febbraio 1911, quindi 113 anni fa, una forte scossa di terremoto colpì l’Emilia-Romagna Meridionale, in particolare alcuni comuni della provincia di Forlì-Cesena.

La scossa principale avvenne il 19 febbraio 1911 alle ore 7:18 GMT e interessò l’area collinare e pedemontana della Romagna meridionale. I paesi più colpiti furono 12: Bertinoro, Bocconi, Cesena, Diegaro, Dovadola, Forlì, Meldola, Predappio, Roversano, San Carlo, Santo Stefano in Bosco e Teodorano. A Bertinoro la scossa causò la caduta di fumaioli e di cornicioni e il crollo di alcune case in campagna. A Dovadola riportarono lesioni una casa colonica e la chiesa di San Michele in Bosco. A Forlì caddero calcinacci, tegole e molti fumaioli; crollarono diversi soffitti e si aprirono lesioni soprattutto nella parte alta dei muri di parecchie abitazioni; una cappella della chiesa della Santissima Trinità crollò e i palazzi degli Studi, Baccarini e Merlini furono fra i più danneggiati.
Sia a Predappio sia a Teodorano crollò un edificio colonico. A Cesena riportò lesioni un fabbricato scolastico; si riaprirono vecchie crepe nei muri del Palazzo Comunale e della torre di San Giorgio; un muro del palazzo delle Poste riportò lesioni tanto profonde da dover essere demolito.
A Faenza, Forlimpopoli, Russi, Roversano e Civitella di Romagna la scossa causò la caduta di fumaioli, fessure e lesioni in alcune case. L’area di risentimento del terremoto fu molto ampia: da Treviso ad Ascoli Piceno. A questa scossa seguirono numerosissime repliche.

A questa scossa seguirono numerosissime repliche avvertite per tutto l’anno.
Le scosse più forti furono quella del giorno 20 marzo delle ore 15:47 GMT che interessò oltre la Romagna anche parte del Veneto, dell’Emilia, della Toscana e delle Marche e quella del giorno 26 marzo delle ore 13:51 GMT che causò fessure in diversi fabbricati a Rimini e fu avvertita forte a Bertinoro, Cesena, Rimini, Cattolica, Sant’Arcangelo, San Marino e Pesaro.

I crolli derivati dalla scossa principale causarono il ferimento di 5 persone a Teodorano e di 2 persone a Forlì. A Forlì e a Cesena alcune persone riportarono ferite e contusioni fuggendo da luoghi affollati. Nei paesi più colpiti della Romagna la popolazione, fuggita dalle abitazioni, si riversò nelle strade e nelle campagne dove rimase anche la notte. Essendo domenica, la maggior parte della popolazione fu colta dal terremoto ancora nelle case o a all’interno delle chiese; a Meldola e a Cesena ci furono fughe precipitose dagli edifici ecclesiastici, che causarono alcuni contusi. I ricoverati degli ospedali di Cesena e di Forlì uscirono dalle corsie; nelle carceri vi fu qualche disordine.

A Forlì vennero eseguite subito le riparazioni più urgenti: furono messe delle chiavi di ferro alle case di recente costruzione che avevano riportato i danni più rilevanti. A Meldola molti edifici furono puntellati e incatenati

La stampa riportò previsioni infondate di nuove scosse, che misero in grande allarme la popolazione. Per rassicurare l’opinione pubblica, Padre Alfani, Direttore dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze, intervenne spiegando alcuni elementi scientifici dell’evolversi del periodo sismico

terremoto Emilia 2012L’Emilia-Romagna, che molti prima del 2012 pensavano essere un territorio a basso rischio sismico, è in realtà una delle regioni italiane con una regolare attività, con scosse di magnitudo superiori a 5.8 che si verificano in media una volta ogni 50 anni, circa. In genere questi eventi nella regione non superano magnitudo 6, tuttavia, abbiamo potuto vedere con i nostri occhi dal 20 al 29 Maggio 2012, che non servono terremoti più violenti per mietere vittime e generare gravi danni in un territorio come il nostro, dove di certo non vige la regola della prevenzione antisismica.

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