1783: nasce il primo rivoluzionario regolamento antisismico d’Europa voluto dai Borboni

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1783: nasce il primo rivoluzionario regolamento antisismico d’Europa voluto dai Borboni

Fu poi abrogato dalle leggi sabaude con l’Unita d’Italia. Per il geologo Antonio Moretti “bisogna preparare gli edifici pubblici” alle future scosse di terremoto che l’Appennino, senza alcun dubbio, subirà nel prossimo futuro
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Per  Antonio Moretti, geologo specializzato in sismologia, “bisogna preparare gli edifici pubblici” alle future scosse di terremoto che l’Appennino, senza alcun dubbio, subirà nel prossimo futuro. Il recente sisma che colpito il centro Italia accende un faro su un problema che nel nostro Paese, in realtà, è secolare: rendere le case e gli edifici pubblici in grado di non crollare.


Come spiega Moretti a MeteoWeb, “i Borboni, dopo il terremoto del 1783, avevano messo in atto una normativa antisismica perfetta, che ha in parte salvato Reggio Calabria nel 1908: basti pensare che a Reggio vi furono 3mila vittime, mentre a Messina se ne contarono ben 42mila. Questo perché la città calabrese era stata ricostruita secondo rigidi criteri: case non più alte di tre piani, volte non più ampie di un preciso numero di metri, dentro i muri venivano inseriti due travi a croce di Sant’Andrea, ovvero la cosiddetta muratura barricata, la quale, in caso di oscillazione della casa, faceva sì che i muri restassero interi“. Dunque la normativa obbligava a ricostruire gli edifici seguendo diverse direttive che, oltre all’aspetto urbanistico, come distanze, altezze degli edifici e dimensioni delle strade, davano indicazioni in merito al sistema costruttivo da utilizzare

sistema antisismico borbonico2Come spiega anche Nicola Ruggieri, sul “Bollettino ingegneri” (n.10 del 2013), “Il sistema antisismico borbonico, muratura rinforzata da una rete di elementi lignei, fu sistematizzato in Calabria immediatamente dopo il catastrofico terremoto del 1783. “L’invenzione” è dell’ingegnere La Vega che con abilità di sintesi unisce le più avanzate teorie antisismiche dell’Illuminismo e una diffusa e antica tradizione costruttiva lignea presente in Calabria. Definito nell’Ottocento come casa baraccata, il sistema borbonico si sviluppa durante la ricostruzione in varie versioni caratterizzate dalla presenza di telai di legno diversamente apparecchiati e con differenti dimensioni delle membrature componenti”.

Il merito della messa a punto di questo efficace sistema antisimico è dunque di Francesco La Vega, ingegnere militare del Genio che diresse dal 14 marzo 1780 le attività di recupero e studio di reperti archeologici, attuati agli inizi del XVIII secolo da Carlo di Borbone, per una campagna di scavo ad Ercolano, Pompei e Stabia. Il sud ha sempre avuto i migliori architetti del mondo (basti pensare a Vanvitelli) – spiega ancora Moretti – ma con il Regno Sabaudo tutte le leggi antisismiche furono abrogato, e le zone che i Borbone avevano proibito di urbanizzare sono quelle poi crollate nei terremoti che hanno colpito il meridione dalla fine del 1800“.

Caserma dei carabinieri a pochi metri dalla scuola, degli stessi anni (1930) e materiali (muratura povera a pietrame e frammenti di laterizio): esempio di giusto intervento, secondo le norme borboniche. La caserma è stata incatenata alla somità e consolidata negli spigoli con iniezioni di malta cementizia, in modo da formare una scatola rigida nei bordi ma deformabile all'interno. Nelle murature si sono formate le tipiche fratture ad X, che hanno mantenuto in piedi l'edificio, salvando la pelle a quelli dentro.

Caserma dei carabinieri a pochi metri dalla scuola di Amatrice (struttura del 1930).

In riferimento ai recenti fatti accaduti nel centro Italia, per esempio, e in particolare ad Amatrice, Antonio Moretti spiega come la “caserma dei carabinieri posta a pochi metri dalla scuola crollata, degli stessi anni (1930) e materiali (muratura povera a pietrame e frammenti di laterizio), sia un esempio di giusto intervento, secondo le norme borboniche. La caserma è stata incatenata alla sommità (sono infatti visibili le placche esterne dei tiranti) e consolidata negli spigoli con iniezioni di malta cementizia, in modo da formare una scatola rigida nei bordi, ma deformabile all’interno. Nelle murature si sono formate le tipiche fratture ad X, che hanno mantenuto in piedi l’edificio, salvando la pelle a chi era presente all’interno“.

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