Ecco come vivono i frati a 2473 metri sul Colle del Gran San Bernardo, il luogo abitato più alto d’Europa

0

Ecco come vivono i frati a 2473 metri sul Colle del Gran San Bernardo, il luogo abitato più alto d’Europa

L’ospizio in Val d’Aosta è il luogo abitato più in alto del Continente, I frati, in questi giorni, alle prese con 5 metri di neve
www.la stampa.it

Federico, canonico agostiniano, arrotola la manica della tonaca bianco avorio e scrive nel “libro” dell’Ospizio: 7 gennaio 2018. Neve al suolo, 5 metri e 58. La prima pagina è di 200 anni fa. Il volume contiene temperature, nevicate, appunti su piovosità e siccità, venti. L’Ospizio è intitolato a San Nicola di Myra su volontà di chi l’ha fatto costruire, San Bernardo, ricordato come patrono delle Alpi. Federico ieri era l’unico dei quattro canonici che si alternano durante l’inverno ai 2.473 metri del valico tra Italia e Svizzera, Valle d’Aosta a Sud, Entremont a Nord.

Il colle del Gran San Bernardo è ricco di storia, fin dai tempi remoti; e di vento. L’inverno è nevoso e gli accumuli sono imponenti. Federico: «Da ottobre a oggi siamo arrivati a oltre cinque metri e mezzo. E oggi continua a nevicare». È il luogo abitato più alto d’Europa e l’inverno vuol dire isolamento. «Da cosa?», domanda sorridendo il canonico, che è agostiniano da 32 anni ed è originario di Orsières, cittadina dell’Entremont, l’ultima stazione ferroviaria prima del confine. Spiega: «Qui essere isolati è la normalità.

I record. Nel 1870 attorno all’ospizio sono stati misurati 26 metri di neve; oltre 20 nel 1974

Oggi siamo in dieci: una suora oblata, otto che si occupano degli ospiti ed io». E gli ospiti? «Da giorni non ne vediamo. Troppo pericoloso». La tempesta Eleanor ha soffiato forte quassù. Nel “libro” c’è già la nota: «Alle 16 del 3 gennaio le raffiche hanno raggiunto 176 chilometri l’ora». Quelli che un tempo erano viandanti o pellegrini oggi sono turisti-alpinisti, con gli sci o con le racchette da neve. C’è ancora chi raggiunge il colle per pregare. I canonici pregano, lavorano, ospitano e offrono conforto. Il canonico: «Anche al telefono. Non riceviamo solo prenotazioni per trascorrere qui un periodo o per sapere le condizioni della neve, ma anche richieste di preghiere. Si rivolge a noi chi ha bisogno di bontà, di parole che possano lenire un loro momento difficile. E noi ci siamo. Sempre».

D’inverno i famosi cani del San Bernard non ci sono. In autunno tornano all’allevamento di Martigny. Ci sono dai tempi dei romani, molossi che venivano dagli altipiani himalayani. Hanno soccorso nei secoli i viandanti, così come i soldati della neve, i «maroniers». Perché le valli del San Bernardo sono aspre.

Nel “libro” dell’Ospizio ci sono anche i record della neve. Federico: «Nel 1870 (coda della piccola glaciazione) ne sono stati misurati 26 metri; 24,74 nel 1914. Più di 20 nel 1974, ma l’anno dopo abbiamo la misura più piccola misurata, meno di 10 metri. L’anno scorso i metri sono stati 14».

Fra le curiosità di questo luogo, dove la neve è protagonista, c’è una cronaca dell’abate Rodolfo del monastero belga di Sainr-Trond: nel 1129 scrive di una valanga che fra il 3 e il 4 gennaio travolse dieci uomini, tra pellegrini e abitanti del luogo. È la prima sciagura alpina documenta

Share.

Leave A Reply