Titano: la luna di Saturno è sempre più “simile” alla Terra!

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Titano: la luna di Saturno è sempre più “simile” alla Terra!

Nuovi studi sui dati di Cassini: Titano è ancora più simile alla Terra di quanto pensassimo.
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Se dovessimo indicare un “gemello” della Terra tra i mondi conosciuti del Sistema Solare, la scelta cadrebbe su Titano. Ora per un motivo in più: così come gli oceani terrestri, anche i laghi di idrocarburi del satellite di Saturno hanno un’altezza media standard – il “livello del mare”.

I dati di Cassini, che ha terminato la sua missione con un tuffo glorioso nell’atmosfera di Saturno lo scorso 15 settembre, sono stati utilizzati per ricavare una mappa topografica aggiornata di Titano, descritta in due recenti articoli scientifici su Geophysical Review Letters (articolo 1) (articolo 2).

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Ligeia, uno dei grandi specchi di idrocarburi nella regione del polo nord di Titano.|NASA/JPL-Caltech/ASI/Cornell

Il satellite è l’unico altro mondo del Sistema Solare ad avere liquido stabile sulla superficie: non acqua, ma metano ed etano, con uno strato di ghiaccio ricoperto da materiale organico al posto del manto roccioso. Analizzando i dati della sonda, gli scienziati della Cornell University di Ithaca (New York) hanno scoperto che l’elevazione dei principali oceani di Titano rispetto all’attrazione gravitazionale del pianeta è costante: esiste quindi un “livello del mare” sostanzialmente uniforme, come sulla Terra. Tale uniformità potrebbe dipendere da una connessione sotterranea tra gli oceani di idrocarburi o da un canale di superficie che li mette in comunicazione

Anche su Titano, come sulla Terra, esistono inoltre laghi più piccoli situati a centinaia di metri di altitudine, più alti, quindi, rispetto al livello del mare. Un esempio di questi specchi d’acqua è, sul nostro pianeta, il lago Titicaca (tra Perù e Bolivia), a 3.700 metri sul livello del mare. Anche questi laghi minori sembrerebbero collegati da un sistema sotterraneo, che li mette in comunicazione uniformandone l’altezza: qualcosa di simile all’acqua che, sulla Terra, filtra attraverso le rocce porose, raggiungendo falde sotterranee.

Le nuove analisi hanno anche individuato montagne finora sconosciute sul satellite – la più alta delle quali di 700 metri – e due depressioni equatoriali, forse i resti di mari prosciugati o di attività di criovulcanismo.

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