Svelato il segreto di KIC 8462852, la stella “più misteriosa” dell’universo

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Svelato il segreto di KIC 8462852, la stella “più misteriosa” dell’universo

La stella affascinava da tempo gli studiosi perché la sua luminosità variava in modo imprevedibile: nuovi dati raccolti dalla missione Kepler della NASA suggeriscono ora che il fenomeno è probabilmente dovuto alla presenza di polvere che blocca in modo diverso le differenti lunghezze d’onda della radiazione.
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Nei cataloghi astronomici è indicata con la sigla KIC 8462852, ma i ricercatori che la studiano da anni l’hanno ribattezzata “la stella più misteriosa dell’universo”. È infatti una volta è mezzo più grande del Sole, ma è più calda di 1000 gradi centigradi. Lontana più di 1000 anni luce da noi, varia la sua luminosità in modo irregolare, come nessun’altra stella.

Ora, grazie a una campagna osservativa finanziata anche con una raccolta fondi pubblica e condotta con l’osservatorio di Las Cumbres, situato a Goleta, in California, si è svelato il mistero dello strano comportamento, che aveva fatto emergere anche fantasiose interpretazioni.

Svelato il segreto della stella "più misteriosa" dell'universo

Rappresentazione artistica della stella KIC 8462852 (Wikimedia Commons)

“La  causa del fatto che l’intensità della luce della stella appare aumentare e diminuire è probabilmente la presenza di polvere”, ha spiegato Tabetha Boyajian, astronoma della Louisiana State University, prima firmataria di un articolo apparso sulla rivista “The Astrophysical Journal Letters”. “I nuovi dati mostrano che le differenti lunghezze d’onda della luce sono bloccate con diverse intensità. Perciò, qualunque cosa vi sia tra noi e la stella non è opaco, come invece ci si aspetterebbe nel caso di un pianeta o di una struttura aliena”.

Gli autori hanno osservato attentamente la stella dal marzo 2016 al dicembre 2017. A partire dal marzo 2017 si sono succeduti quattro distinti episodi in cui la luce della stella si è affievolita. E sempre grazie alla collaborazione dei circa 1700 piccoli finanziatori e sostenitori del progetto, sono stati votati in rete i nomi con cui battezzare i quattro episodi: sono Elsie, Celeste, Skara Brae e Angkor.

Negli ultimi due casi, il riferimento a città antiche e perdute – Skara Brae, in Scozia, e Angkor, in Cambogia  non è casuale.

“In effetti, anche gli eventi che osserviamo sono antichi: data la distanza della stella e il tempo che impiega la luce per raggiungerci, si sono verificati più di 1000 anni fa”, scrivono gli autori. “Sono certamente causati da qualcosa di ordinario, almeno su scala cosmica, ma ciò li rende ancora più interessanti”.

Lo studio rappresenta un successo non solo per il risultato ottenuto, ma anche per la forte partecipazione popolare che segna secondo gli autori una nuova era per l’astronomia. Oltre ad aver dato un sostegno finanziario, appassionati di tutto il mondo aderenti al progetto Planet Hunters hanno infatti setacciato l’enorme quantità di dati osservativi raccolti dalla missione Kepler della NASA e sono stati i primi ad accorgersi dell’anomalo comportamento della stella.

“Proprio questa disponibilità di dati rappresenta un cambiamento importante”, ha sottolineato Tyler Ellis, della Louisiana State University coautrice dello studio. “Se non fosse stato per l’attenzione che tutte queste persone hanno dedicato all’osservazione dell’universo, questa insolita stella sarebbe rimasta sconosciuta”, ha concluso Boyajian

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