Spessore e stabilità del manto nevoso: probabilità di valanghe sulle varie aree alpine e appenniniche

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Spessore e stabilità del manto nevoso: probabilità di valanghe sulle varie aree alpine e appenniniche

A cura dell’esperto in Nivologia, Prof. Massimiliano Fazzini, università Ferrara

Ritratto di Mario Giuliacci

in redazione Col. Mario Giuliacci
www.meteogiuliacci.it

 Cari amici ancora buon anno..e che sia un anno solare nevoso come si è presentato in questi giorni. A patto che ad un innevamento significativo non seguano eventi drammatici come quello avvenuto non più di 48 ore or sono in alta Val Venosta. Fermo restando che le parole d’ordine sono sempre la stesse – prudenza e rispetto per la montagna – ricerche scientifiche evidenziano che non necessariamente vi è una corrispondenza diretta tra neve al suolo e/o neve fresca e valangosità spontanea. Il discorso cambia in caso di distacchi provocati anche se con debole sovraccarico. Se ricordate bene, nel nevosissimo inverno 2013-14 l’innevamento davvero da record, per lo meno nelle Venezie ma non vi fu un numero elevatissimo di distacchi spontanei e probabilmente, la maggiore prudenza derivante da cosi tanta neve al suolo fece desistere anche gli appassionati più incalliti a sfidare pendii cariche di manto bianco, con i l risultato che le vittime stagionali furono inferiori alle medie dell’ultimo trentennio.

In queste ore, l’Attenzione è giustamente concentrata sulla situazione presente a Cervinia, dove alcun e migliaia di villeggianti sono stai costretti a scegliere se rimanere o abbandonare la localista sciistica previa chiusura notturna della strada di accesso decisa dalle autorità competenti in materia. In tal senso occorre una volta per tutte fare un netto distinguo tra pericolo e rischio specifico

Il pericolo viene calcolato secondo la nota scala europea – con gradi da 1 a 5; essa dà informazioni su tipologia e mole delle valanghe e suggerimenti relativamente all’attività sci alpinistica. Il rischio specifico è ben diverso,. Un grado di pericolo 4 può essere “accettabile” a Cervinia come in altre località montane in novembre piuttosto che in aprile, quando il numero di  villeggianti è molto basso ma tra Capodanno e l’Epifania una situazione di grado 4 presuppone un rischio eccezionale per il fruitore della montagna. Ben vengano dunque provvedimenti spesso restrittivi  da parte delle autorità che tentino di ridurre al minimo il rischio  per l’uomo!

Ma in generale, dopo i reiterati passaggi frontali delle ultime due settimane, l’innevamento è davvero cosi importante? Speso i numeri sono più esaustivi di una pur semplice spiegazione scientifica. Prendiamo il caso dell’area di Cervinia. Le quattro stazioni ufficiali di rilevamento nivometrici evidenziano al momento della redazione dell’articolo i seguenti valori cumulati di neve al suolo:

Lago Goillet: 68 cm

Grandes Murailles: 314 cm

Cervinia capoluogo 190 cm

Plateau Rosa: 227 cm

Da questi quattro dati sfido chiunque ad affermare che attualmente l’innevamento e superiore o inferiore alle medie a livello di alta valle! Il vento – il grande “nemico” del turista piuttosto che del nivologo condiziona in maniera estrema la distribuzione spazio altitudinale dell’innevamento, rendendo quanto mai improba un analisi finalizzata a meri scopi di informazione turistica piuttosto che di ricerca scientifica ed ancor più di redazione di un bollettino valanghe.  Certamente un’evidenza di tipo qualitativo – alla faccia della ricerca – c’è: da anni a capodanno non si sciava ovunque, almeno sulla catena alpina, con neve naturale o in presenza di un paesaggio dominato dalla dama bianca. In sintesi, considerando quanto detto sino ad ora, i massimi spessori della ne3ve al suolo sono di seguito riportati:

Alpi e Prealpi piemontesi (mediamente 100 cm a 200 metri):

203 cm a Formazza (2453 m)

Alpi e Prealpi lombarde ( mediamente 100-120 cm a 2000 m.):

138 cm a Coilere – Cima Bianca (2080 m.)

Alpi e prealpi trentine ed altoatesine (mediamente 100-110 cm a 2000 m.)

248 a Ghiacciaio Presena, (2860 m.)

180 cm a Senales (3035 m.)

Alpi e Prealpi venete (mediamente 110-120  cm a 2000 m.)

157 cm a Col de baldi (1960 m.)

Alpi e Prealpi friulane (mediamente 100-120 cm a 1500 m.)

241 cm Sella Nevea – Livinal Lunch 1837 m.)

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