Influenza: nuovo approccio per ottenere un vaccino universale

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Influenza: nuovo approccio per ottenere un vaccino universale

Un team di ricercatori della Ucla ha modificato il virus dell’influenza per creare un vaccino che potrebbe potenzialmente proteggere da diversi ceppi. E non servirebbe nemmeno iniettarlo
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Basta vaccini antinfluenzali annuali e iniezioni. Un team di ricercatori della University of California – Los Angeles (Ucla) sta lavorando a un vaccino contro l’influenza che conferirebbe immunità contro diversi ceppi virali e potrebbe addirittura essere somministrato come spray nasale. Il potenziale vaccino universale si basa su un virus vivo modificato in laboratorio in grado di stimolare una potente risposta del sistema immunitario senza essere virulento. I risultati di questi studi (ancora su modelli animali) sono stati pubblicati su Science.

Virus
(Immagine: Sebastian Kaulitski/Science Photo Library/Getty Images)

Un vaccino antinfluenzale innovativo
Gli attuali vaccini antinfluenzali sono costituiti da un cocktail di ceppi virali uccisi, cioè diversi virus dell’influenza che non sono più in grado di replicarsi e che perciò non possono dare luogo alla malattia. I virus uccisi vengono però utilizzati per attivare il nostro sistema immunitario a produrre anticorpi. Il problema della risposta immunitaria anticorpale è che conferisce protezione sul breve termine, per questo ogni anno gli scienziati devono predire quali ceppi virali causeranno l’epidemia di influenza e creare un vaccino ad hoc. Un’operazione che non è di certo facile e che può essere soggetta a errori (per esempio l’avvento di ceppi virali inattesi, come quest’anno).

I ricercatori della Ucla hanno invece sviluppato un vaccino basato su un virus vivo che stimola il sistema immunitario sia a produrre anticorpi sia ad attivare i linfociti T, le cellule adibite a combattere le infezioni.

Questo tipo di risposta immunitaria costituisce un’ulteriore arma di difesa dell’organismo e oltretutto è a lungo termine.

Nonostante il virus utilizzato per il vaccino sia vivo, gli esperti assicurano che non è in grado di replicarsi perché è stato appositamente modificato in laboratorio. Un virus mutante, insomma, risultato di molti esperimenti con i quali gli scienziati lo hanno modificato per renderlo un ingrediente ideale per il vaccino: non abbastanza potente da replicarsi, in grado di stimolare una forte risposta immunitaria e allo stesso tempo altamente vulnerabile per essere eliminato dall’organismo senza complicazioni.

Anche la modalità di somministrazione proposta è innovativa. I ricercatori propongono di sostituire la classica iniezione con uno spray nasale.

Troppo bello per essere vero?
La ricerca, pubblicata su Science, sta dando risultati davvero promettenti, almeno nei modelli animali (furetti e topi). Per ora non ci sono riscontri sull’essere umano. Proprio per questo è necessario rimanere con i piedi per terra, fanno notare gli esperti dello Scripps Research Institute nel commento che accompagna l’articolo. Trattandosi di un virus vivo, bisogna essere sicuri che non muti di nuovo riacquistando virulenza (cioè la capacità di provocare la malattia), anche se gli autori del lavoro tendono a escludere questa eventualità visto il numero di mutazioni appositamente introdotte. Inoltre bisognerà verificare per quali ceppi virali potrebbe a tutti gli effetti conferire protezione e se la risposta immunitaria indotta non sia troppo violenta da mettere in pericolo la vita delle persone.

Al di là di un sano e giustificato scetticismo, le prospettive future rimangono molto eccitanti.

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