Il buco nell’ozono si sta progressivamente restringendo

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Il buco nell’ozono si sta progressivamente restringendo

Un nuovo studio dimostra che l’ozono sopra l’Antartide sta aumentando in parallelo alla diminuzione dei Cfc: il Protocollo di Montreal sembra funzionare
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ozono
(Immagine: Nasa)

Il buco nell’ozono si sta davvero chiudendo. Nell’atmosfera sopra l’Antartide i livelli di ozono stanno aumentando, mentre quelli di clorofluorocarburi (i famosi Cfc, ritenuti i principali responsabili del danno) diminuiscono. Pura casualità?

Alla faccia di chi per anni ha sostenuto che il buco nell’ozono fosse una truffa, sembra proprio di no. In base ai risultati di un nuovo studio pubblicato su Geophysical Research Letters, i due fatti sarebbero strettamente correlati, a dimostrazione che l’applicazione del Protocollo di Montreal del 1989 sta dando i frutti sperati.

Cfc e ozono
Gli scienziati cominciarono a parlare di buco nell’ozono negli anni ’70-’80, quando le osservazioni sperimentali evidenziavano ormai un assottigliamento nello strato di ozono nell’atmosfera sopra l’Antartide. Un vero problema, perché perdere l’ozono significa perdere lo schermo per le radiazioni ultraviolette (i raggi Uv) provenienti dal Sole, quelle che causano danni al dna.

Gli esperti individuarono in alcuni prodotti chimici industriali, i Cfc, appunto, i principali responsabili del disastro: il cloro contenuto in questi composti volatili è infatti in grado di interagire con gli atomi di ossigeno delle molecole di ozono, distruggendole. Perché proprio sopra l’Antartide, uno dei luoghi meno popolati della Terra? Per questioni climatiche e atmosferiche: i venti estivi dell’emisfero australe convogliano i Cfc nell’atmosfera sopra l’Antartico e quelli invernali li bloccano lì, dove oltretutto il ghiaccio e le basse temperature facilitano le interazioni dei Cfc reattivi con gli altri elementi

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