Inverno 2017/18: l’influenza dell’attività solare è il fattore più importante dopo il global warming

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Inverno 2017/18: l’influenza dell’attività solare è il fattore più importante dopo il global warming

Gli ultimi tre inverni passati sono stati avari di freddo, piogge, neve ma quest’anno il sole…

Ritratto di Mario Giuliacci

in redazione Col. Mario Giuliacci
www.meteogiuliacci.it

Chi non fosse interessato alla profonda disquisizione scientifica può passare direttamente alle conclusione in fondo all’articolo

Perché avari di piogge, freddo e neve?

La colpa, senz’altro in primo luogo, del surriscaldamento di origine antropica il quale ha reso calde e meno piovose tutte le stagioni e in secondo luogo perché tale surriscaldamento nelle 3 stagioni invernali passate non è stato attenuato da quelle cause naturali che hanno una accertata influenza sull’inverno.

Cause naturali il cui trend in ottobre-novembre, stante la loro persistenza o impatto di lungo periodo, è lecito supporre che si mantenga immutato anche nel prossimo inverno aumentando o attenuando il Global Warming antropico.

In questo ambito ecco i fattori che hanno un credibile e collaudato valore prognostico per la stagione invernale:

  • Attività del sole, attraverso il trend di alcuni noti indici (Sunspot Umber, Solar irradiance )

  • QBO (Quasi-Biennal Oscillation), ovvero direzione invernale dei venti stratosferici equatoriali nel loro ciclo quasi-biennale

  • ENSO (El Niño Southern Oscillation), indice legato al surriscaldamento (Niño) o raffreddamento (Niña) delle acque del Pacifico tropicale

  • Snow cover sull’area euroasiatica in ottobre-novembre  alle medio-alte latitudini

Qui parleremo dell’influenza dell’attività solare in questo inverno.

Influenza dell’attività solare sull’inverno

L’influenza del sole sul clima della terra si esplica, attraverso le fluttuazioni, apparentemente modeste, della quantità di quantità di energia irradiata in 2  distinti cicli periodici  durante i quali raggiunge un valore massimo  e poi un valore minimo.

  • Primo ciclo di 11-12 anni

L’attività solare, sia in  termini di flusso di  calore irraggiato nello spazio interplanetario, è prossimo al  il  valore minimo undecennale  che toccherà nel 2020 circa.

Fig.1- Attività solare con ciclo di 11-12 anni

  • Secondo ciclo di circa 90 anni

L’attività solare è in forte  da 15-20 anni (vedi figura 1) e seguiterà a calare almeno per prossimi 10 anni a seguito di un altro ciclo periodico di circa 90 anni

Fig.2 – Attività solare nel suo ciclo di 90 anni

Quindi nei prossimi 5-10 anni si sommerà la scarsa attività solare del ciclo undecennale e quella  del ciclo di 90 anni, dando luogo alla minima attività solare degli ultimi 100 anni

Fig.3 – Minimi e massimi di attività solare in termini di numero di macchie solari (Sunspot Number) dal 1900 ad oggi

Ma quando l’attività solare viaggia verso il suo valore minimo, allora in inverno è minima anche la radiazione solare in arrivo tra 0-30° latitudine (entro il circolo polare in inverno è nulla o quasi)

Pertanto la stratosfera equatoriale e subtropicale tende a raffreddarsi.

 Il raffreddamento è in genere avvertito solo nella stratosfera equatoriale (tra 18 e 50 km di  altezza) perché la modesta densità dell’aria a tali quote bariche, fa sì che qui le variazioni  seppure molto modeste di radiazione solare (appena 1 watt/m2 )  producano sensibili variazioni di temperatura.

Fig.4 – Raffreddamento della stratosfera equatoriale e riscaldamento di quella polare negli ultimi 15 anni di attività solare decrescente

Ma il raffreddamento stratosferico tra 0 e 30 gradi di latitudine ha diminuito, l’indice zonale, ovvero il dislivello barico equatore-polo, il vero motore delle correnti occidentali tra 30 e 60° di latitudine, le quali pertanto, in inverno, sono state costrette a rallentare e, come tali,  ad ondularsi  più che mai nel verso dei meridiani dando vita ad anticicloni di blocco  sulle Isole britanniche e freddi cicloni sull’area euroatlantica  (NAO negativa!

Fig.5 –  Anomalie nella struttura barica a 500 hPa in prossimità dei minimi di 11-12  nell’attività solare

Ecco perché in corrispondenza dei minimi di 11-12 anni nell’attività solare l’inverno è stato più rigido nell’emisfero Nord e anche in Italia

Fig.6 – Ciclo undecennale solare e inverni freddi nell’emisfero Nord(cerchiati in rosso)

Fig.7- Ciclo undecennale solare e inverni freddi in Italia

Tali onde in inverno riescono penetrare spesso anche la stratosfera artica ove iniettano flussi di calore da più basse latitudini (stratwarming) come dimostra ancora la fig.4.

Quindi con attività solare molto debole, come dovrebbe essere nell’inverno 2017/2018, è più probabile un surriscaldamento della stratosfera polare il quale, in contrapposizione al raffreddamento della stratosfera equatoriale e subtropicale, provoca a sua volta un ulteriore indebolimento dell’indice zonale e quindi un ulteriore rallentamento delle correnti occidentali, con conseguenti più frequenti irruzioni di aria polare verso le medio-basse latitudini

Conclusioni

Nell’inverno 2017/2018 è prevista una attività solare molto debole che dovrebbe pertanto attenuare il Global Warming in quanto favorirebbe più frequenti ondate di aria fredda fino all’Italia, i cui sintomi sarebbero confermati da questo primo scorcio di inverno con una 3^ ondata di freddo prevista per venerdì 8 , una 4^ lunedì 11 dicembre, una 5^ probbaile venerdì 15 dicembre

Nel prossimo imminente articolo parleremo dell’influenza della QBO e anche qui troverete …una sorpresa!

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