Fu Costantino a costruire la tomba di Gesù!
Secondo la datazione sui campioni di malta estratti dall’edicola all’interno della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme il complesso funerario fu realizzato nel 335 d. C. per ordine del primo imperatore cristiano di Roma
di Kristin Romey
www.nationalgeographic.it
La Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme – che nel corso dei secoli ha subito violenti assalti, incendi e terremoti – fu completamente distrutta nel 1009 e successivamente ricostruita. Ciò ha condotto gli studiosi contemporanei a ipotizzare che la tomba di Gesù Cristo custodita al suo interno potesse essere già stata scoperta da una delegazione inviata dall’Impero romano circa 1700 anni fa. A confermarlo sarebbero i risultati dei test scientifici effettuati di recente, presentati a National Geographic.
La datazione attribuita alla malta estratta fra la superficie calcarea originaria della tomba e la lastra di marmo che la ricopre è circa 345 d. C.. Secondo fonti storiche, la tomba fu scoperta dai Romani e consacrata intorno al 326 d.C..
Finora, la più antica evidenza architettonica scoperta all’interno e attorno al complesso funerario risaliva alle Crociate: ciò significava che la tomba non poteva essere più antica di mille anni.
Anche se dal punto di vista archeologico è impossibile affermare che la tomba sia il luogo di sepoltura di un uomo ebreo noto come Gesù di Nazareth – che secondo il Nuovo Testamento fu crocifisso a Gerusalemme nel 30 o nel 33 d. C. – i risultati della datazione presentati di recente collocano con certezza la realizzazione originaria dell’attuale complesso funerario al tempo di Costantino, il primo imperatore cristiano di Roma.
La tomba è stata aperta per la prima volta dopo secoli nell’ottobre 2016, quando il tempietto che la racchiude, noto come edicola, è stato oggetto di un importante intervento di restauro curato da un’équipe di ricerca interdisciplinare dell’Università tecnica nazionale di Atene.
In quel contesto, diversi campioni di malta erano stati estratti da zone differenti dell’edicola per poterne effettuare la datazione; i risultati sono stati di recente forniti a National Geographic da Antonia Moropoulou, principale supervisore scientifico e direttrice del progetto di restauro dell’edicola.
Un restauratore rimuove i detriti sotto la lastra di marmo rotta per esporre la superficie originale di quello che è considerato il luogo di sepoltura di Gesù. Fotografia di Oded Balilty, Ap for National Geographic