Con una velocità di collisione delle placche più alta, avvengono terremoti più forti

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Con una velocità di collisione delle placche più alta, avvengono terremoti più forti

Determinato il rapporto tra la velocità delle placche terrestri e l’intensità dei terremoti: servirà a prendere misure antisismiche più efficaci.
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L’ipocentro della maggior parte dei terremoti, ossia il punto all’interno della Terra dove comincia a propagarsi il sisma, è là dove le placche terrestri si scontrano. Il moto delle placche è determinato dalla risalita di materiale dal mantello terrestre, che in alcune aree le allontana le une dalle altre, in altre zone le fa scontrare. Quando si scontrano possono avvenire due fenomeni: se avviene lo scontro tra una placca composta da crosta oceanica con una placca composta da crosta continentale, la prima si infila al di sotto della seconda (subduzione) e generalmente si formano catene montuose composte per lo più da vulcani.

Se invece si scontrano due placche di crosta continentale si generano catene montuose di notevole importanza, come l’Himalaya, il Karakorum, le Alpi. In entrambi i casi si creano attriti di notevole intensità, che portano ad accumuli di energia che poi si scaricano improvvisamente, generando i terremoti.

Più veloce, più forte. Uno studio realizzato da Luca Dal Zilio (Politecnico federale di Zurigo), che mette in evidenza il rapporto tra la velocità di spostamento delle placche e l’intensità dei terremoti, ha portato alla definizione di una serie di modelli che simulano la collisione tra placche che si muovono a velocità comprese tra 1 e 5 cm l’anno.

Linee di confine delle placche, direzione dello spostamento e velocità (i numeri accanto alle frecce) in millimetri l’anno: clicca sull’immagine per ingrandirla.

«Maggiore è la velocità  di movimento delle placche, più fragile è la litosfera e questo determina terremoti di maggiore intensità», spiega lo scienziato. «Come dimostrano i grandi terremoti che hanno interessato la catena himalayana: un’area dove le placche si muovono a velocità notevoli, nell’ordine dei 6-8 cm l’anno o più. La maggior parte dei terremoti alpini, invece, ha intensità inferiore perché le placche che interessano questa regione del pianeta convergono a velocità più basse, nell’ordine di uno o due centimetri l’anno.»

Questa lettura della tettonica e dei terremoti è importante non per un inaffidabile esercizio di “previsione” dei sismi, ma per una valutazione preventiva delle aree dove si possono verificare i terremoti di maggiore intensità e per poter poi agire di conseguenza sull’edilizia e sulle strutture di primo intervento. Sempre tenendo conto che non può esserci una certezza assoluta: terremoti di forte intensità possono verificarsi anche dove le placche convergono a bassa velocità.

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