Scoperti in Russia i resti di un sirenide estinto

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Scoperti in Russia i resti di un sirenide estinto

Lo scheletro, quasi integro, è stato trovato nelle Isole del Commodoro, nel Mare di Bering. La speranza è che possa aiutare a fare luce su una specie di cui si sa ancora molto poco
di Elaina Zachos
www.nationalgeographic.it

Quando Maria Shitova ha visto quelli che sembravano dei pali bianchi spuntare da sotto una spiaggia in Russia pensava fossero parte di una vecchia staccionata. Ma anziché un pezzo di recinzione, il suo gruppo di ricercatori ha tirato fuori dalla terra uno scheletro quasi intatto di un gigantesco sirenide.

La squadra ha dovuto scavare meno di un metro sotto la sabbia delle sperdute Isole del Commodoro, nella riserva naturale russa di Komandorsky, prima di trovare i resti lunghi quasi sei metri della creatura estinta. Lo scheletro è privo di cranio e di diverse ossa, ma ha 45 vertebre, 27 costole e la scapola sinistra. Ben conservato, sarà ora esposto al centro visitatori della riserva.

“Questo è l’unico sirenide che sia mai stato trovato intatto in situ“, dice Lorelei Crerar, professore presso la George Mason University e autore di uno studio del 2014 sui sirenidi.

Nel 1987 un individuo lungo oltre 3 metri è stato scoperto sull’isola di Bering, ma da allora è stato smontato. Crerar spera che il cranio del sirenide ritrovato sia nei paraggi e che possa essere riportato presto alla luce.

Quando Georg Steller, l’esploratore tedesco che ha scoperto queste creature nel 1941, ritornò dalla Great Northern Expedition, non potè riportare indietro con sé lo scheletro di sirenide che aveva trovato. Crerar pensa che si possa trattare proprio di quello scoperto ora.

Un disegno d’epoca ritrae un sirenide di Steller. Gentile concessione Biodiversity Heritage Library (CC BY), Creative Commons

Strettamente imparentati ad altri mammiferi marini come i dugonghi e i lamantini, i sirenidi di 6 metri scoperti da Steller erano soliti nuotare nelle acque tra la Russia e l’Alaska, una presenza che risale a 11.700 anni fa. Steller spiegò che respiravano aria, non si immergevano mai e potrebbero aver camminato sulla terraferma. Prive di denti, queste creature dalla coda a forchetta si nutrivano di alghe e kelp che masticavano con un labbro superiore di setole e due “placche” di cheratina poste all’interno della bocca.

Erano animali monogami e sociali che soffrivano per la morte dei membri del gruppo. “Quando una femmina veniva catturata il maschio provava con tutte le sue forze a liberarla, ma una volta rassegnato l’avrebbe seguita sino a riva, malgrado lo colpissimo ripetutamente”, racconta l’esploratore descrivendo la caccia ai sirenidi effettuata nel 1751. “Quando siamo tornati la mattina presto del giorno successivo per tagliare la carne e portarla a casa, abbiamo trovato il maschio ancora in attesa al fianco della femmina”.

Secondo alcune stime, ai tempi di Steller c’erano nell’Artico circa 2.000 sirenidi, ma poi, nel 1768, 27 anni dopo essere stati scoperti, questi animali si erano già estinti. Oltre a studiare questa specie, Steller e il suo equipaggio la cacciavano. Probabilmente ne uccisero tra i 10 e i 20 individui per ricavarne carne, spiega Crear.

Questo gigante gentile pare avesse un sapore di olio di mandorla ed era in grado di sfamare 33 persone per un mese. “Spero vengano fornite delle ulteriori informazioni”, dice ancora Crerar. “Questa era una famiglia di animali estremamente popolosa che ad un certo punto si è ridotta”.

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