Riportati alla luce due nuovi mosaici dall’antica città sommersa di Baia nel golfo di Napoli

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Riportati alla luce due nuovi mosaici dall’antica città sommersa di Baia nel golfo di Napoli

ll gruppo archeologico subacqueo della Soprintendenza di Napoli ha riportato alla luce un mosaico romano bicromo databile tra il II ed il IV secolo d.C. e uno policromo di datazione incerta
di Oscar De Simone,
fotografie di Pasquale Vassallo
www.nationalgeographic.it

Due nuovi mosaici dall'antica città sommersa di Baia

Quello dell’antica città sommersa di Baia sembra essere un tesoro inesauribile che lascia con il fiato sospeso ricercatori ed appassionati di archeologia. E’ proprio di queste ultime settimane il ritrovamento di due nuovi mosaici che andranno ad impreziosire probabilmente il prossimo aprile – come annunciato nel corso della presentazione della scoperta organizzata dal Centro Sub Campi Flegrei – uno dei percorsi di visita più affascinanti e suggestivi del mondo.


Lo straordinario rinvenimento è stato effettuato quasi per caso dal gruppo archeologico subacqueo della Soprintendenza dell’area metropolitana di Napoli, coordinato dal funzionario Luciano Muratgia, nel corso di alcune immersioni di routine. I mosaici, a quanto pare attribuibili ad epoche differenti, sono attualmente in fase di studio da parte dei ricercatori che hanno partecipato al ritrovamento, ma già suscitano interessanti ipotesi.


Il primo bicromo in bianco e nero mostra quelli che potrebbero essere gli arti inferiori di un atleta o di un guerriero e sarebbe databile ad una età compresa tra il II ed il IV secolo d. C., mentre per il secondo – policromo e probabilmente coevo alla vicina villa dei Pisoni del I secolo a. C. – non ci sono ancora valutazioni.

Le immagini esclusive dei ritrovamenti, sono state scattate dal sub e biologo marino Pasquale Vassallo che non nasconde l’entusiasmo per questa straordinaria scoperta. “Immergersi a Baia – dichiara – è sempre più emozionante perché è come fare un vero tuffo nel passato. Basta solo scendere di pochi metri per essere catapultati in epoca romana quando proprio quelle mura, oggi sommerse, venivano accarezzate dal Sole. Questa volta mi è bastato spostare solo pochi detriti per lasciare che i mosaici sottostanti tornassero alla luce. I colori dei pavimenti e le decorazioni sembravano quasi liberarsi dalle catene del tempo permettendomi di scattare foto indimenticabili”.


Proprio qui infatti, a partire dal termine dell’età repubblicana, venivano a trascorrere le loro vacanze di “otium” aristocratici e politici romani che hanno lasciato in zona dei capolavori unici al mondo. Tra tutte le residenze imperiali certamente spiccano quelle di Claudio e quella dei Pisoni che sono il cuore dell’attuale percorso di visita. I due nuovi mosaici, dunque, andranno ad arricchire un sito ed un territorio certamente unico nel suo genere. Le prossime azioni da mettere in campo, saranno però quelle più complesse: riguardano la salvaguardia di questi capolavori che per conservarsi nel tempo necessiteranno delle giuste condizioni chimiche e fisiche.


“Effettueremo al più presto nuove immersioni per documentare la corretta posizione di questi mosaici all’interno dell’ampia zona archeologica – conclude Vassallo – ma adesso la cosa che certamente va valutata con attenzione è la modalità più opportuna di conservazione. Sarà necessario individuare il modo migliore, anche in base alle attuali condizioni, per continuare ad isolarli dai batteri marini che potrebbero provocarne in breve tempo un irreversibile deterioramento. Intanto però bisognerà fare tutto il possibile per far sì che entro il prossimo anno questi splendidi capolavori del passato possano essere ammirati da tutti i turisti che ogni giorno affollano il nostro litorale”.

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