Il desiderio di approfondire è ormai sempre più raro. La curiosità di sapere che cosa significano i termini “predicibilità”, “probabilità che…”, “possibilità che…” è ormai scomparsa ed interessa solo ad una ristretta cerchia di persone
Nell’era della comunicazione veloce,in cui ci si accontenta del minimo indispensabile, fatto di quattro parole messe in croce ed attaccate ad un’icona per sapere il concentrato sul futuro comportamento del tempo in un comune italiano a tot giorni, è proprio la meteorologia professionale ad essere crocifissa.
Per non parlare del fatto che, sempre nell’era in cui le previsioni si diffondono a colpi di click, non ci si accontenta più di sapere dal meteorologo di turno, con una settimana di anticipo, che… “Domenica potrebbe piovere”: si pretende, invece, una risposta certa e sicura sull’andamento del tempo in quel preciso giorno ed a quella precisa ora. La risposta che si vuole sentire deve essere o… “Si, alle ore 16, tra sette giorni, pioverà”, oppure… “No, alle ore 16, tra sette giorni, non pioverà”. Perché se invece ti passa per la testa di rispondere con un… “Troppo presto fare una previsione così dettagliata a sette giorni di distanza”, finisci per fare la figura dell’incompetente e tiri acqua al mulino di chi, spacciandosi per professionista, comunica l’evoluzione del tempo,coniugando sempre i verbi al modo indicativo e facendo leva sul sensazionalismo per impressionare la massa
Senza condizionale, la meteorologia viene svuotata della sua essenza e può essere ricondotta solo ad un buffo teatrino in cui il finale è sempre miseramente lo stesso: “Le previsioni? Tanto non ci azzeccano mai: sette giorni fa avevano detto che sarebbe dovuto piovere ed invece poi non è piovuto”..
Infine, nell’era della comunicazione veloce che ha reso minimo l’uso del linguaggio, anche un bollettino, redatto da un meteorologo, oppure una discussione sul probabile andamento del tempo a lungo termine, non viene compreso appieno proprio perché la fretta di arrivare alla fine del bollettino o della discussione fa lasciare per strada il significato di ciò che si è voluto comunicare. Con il risultato di travisare, spesso, quello che si è letto. Insomma molte colpe anche dagli utenti. Il più delle volte ci si limita aleggere solo il titolo: paradossale!
Certo poi vi sono anche le colpe, come già detto, di alcuni siti meteo farlocchi, che ignorano anche il concetto di predicibilità (es, fino a quanti giorni è oggi affidabile oltre il 70% una previsione nella quale si voglia dettagliare il tempo, a partire da oggi, giorno per giorno fino a 10-11 giorni”? Ad oggi in inverno fino ad 10.5 giorni, pari a 256 ore)
Fig.1 – Affidabilità di una previsione elaborata giorno per giorno (modello ECMWF)
Ma la “gente” non può essere a conoscenza di tale limite nella “predicibilità”.
Ma proprio per questo, un sito meteo “farlocco”, basandosi su questa “ignoranza”, nel recente settembre 2017 ha fatto la “bella figura” fornendo ai suoi ignari utenti, una previsione con il tempo previsto addirittura per il 20 gennaio 2018, ove si prevedeva una giornata invernale catastrofica (temperature tra -15 e -20 gradi e nevicate fino alla pianura su tutto il Centronord. Insomma “Apocalypse now”) e tutti hanno “abboccato” regalando la sito in questione più 100.000 click.