Le piante fioriscono sempre più in anticipo negli ultimi 200 anni, colpa del cambiamento climatico

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Le piante fioriscono sempre più in anticipo negli ultimi 200 anni, colpa del cambiamento climatico

Le piante fioriscono prima rispetto al passato. Questa osservazione aneddotica è ora confermata da un nuovo strumento statistico che ha permesso di includere in un unico quadro coerente le date di fioritura delle piante degli ultimi due secoli annotate da comuni cittadini e i campioni vegetali ormai dimenticati nei musei
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Le temperature globali hanno subito un incremento notevole per effetto delle attività umane, cioè a partire dal 1850, data fissata convenzionalmente come inizio della rivoluzione industriale. Si tratta di una tendenza che si ricava non solo dalle registrazioni storiche delle temperature ma anche da una miriade di annotazioni aneddotiche sui fenomeni ambientali e naturali, come per esempio la fioritura delle piante.

Ma come mettere ordine in un insieme di dati così disparati e raccolti con scarso rigore scientifico? E soprattutto, queste osservazioni confermano le conclusioni degli studi scientifici o sono frutto di una variabilità tendenzialmente casuale?

Per rispondere a queste domande, Will Pearse della Utah State University, e colleghi di un’ampia collaborazione tra istituti di ricerca statunitensi, hanno messo a punto un nuovo strumento statistico, descritto sulle pagine di “Nature Ecology & Evolution”.

Duecento anni di fioriture raccontano il cambiamento climatico
Christina Falkenberg/AGF

Lo strumento estrae misure significative da dati fenomenici, in questo caso il periodo di fioritura delle piante annotato in modo aneddotico in cronache e pubblicazioni degli ultimi 200 anni, (tra cui quelle dello scrittore statunitense Henry David Thoreau) e le collezioni di campioni vegetali raccolti nello stesso arco di tempo.

Grazie al confronto dei tempi di fioritura nelle diverse epoche, lo studio permette di gettare una nuova luce sulle trasformazioni ambientali che il cambiamento climatico ha prodotto nell’arco di due secoli.

“Mia madre racconta che nel suo giardino inglese i bucaneve fioriscono prima a ogni primavera”, dice Pearse “Usando questo stimatore statistico abbiamo ottenuto un metodo per risolvere il dibattito in corso sulla cronologia relativa della fioritura che ci permette di collocare moderne osservazioni all’interno del contesto delle osservazioni storiche”, prosegue. “Ciò fornisce una prova convincente del cambiamento climatico in atto”.

Lo studio ha anche raggiunto un obiettivo secondario, cioè valorizzare i polverosi campioni conservati negli scaffali dei musei, ormai pressoché inutilizzati, e le osservazioni dei comuni cittadini che si sono improvvisati naturalisti.

“Chi dubita dell’utilità dei dati raccolti dai comuni cittadini dovrà ricredersi”, ha concluso Pearse. “Tutte le informazioni possono essere utili per capire gli effetti del riscaldamento climatico, dalle ingenue osservazioni di mia madre alle annotazioni del fervente ambientalista Thoreau”.

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