Il futuro del meteo tra alta risoluzione e previsioni mai certe al 100%
Presto saranno disponibili previsioni su aree del paese sempre più delimitate e precise, eppure non sarà possibile avere la sicurezza assoluta del tempo che farà domani
di Federico Formica
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Le previsioni meteo non sono tutte uguali. Alcune sono oneste, altre ci riempiono di fandonie. Ma nessuna ci racconta la verità assoluta né potrebbe farlo. L’unica verità infatti è che il meteo, anche nel breve termine, può essere imprevedibile perché nell’atmosfera le variabili sono moltissime e i modelli sono precisi ma non perfetti. E che oltre i 7-10 giorni, nella maggior parte dei casi è ancora impossibile sapere con precisione cosa succederà.
Anche di questo si è parlato al Festival della Meteorologia di Rovereto. Esperti del settore, comunicatori e scienziati si sono confrontati dal 17 al 19 novembre sul rapporto tra scienza e tecnologia in ambito previsionale. Proprio il progresso scientifico sta facendo fare passi da gigante alla meteorologia. L’uragano Irma, ad esempio, è stato previsto con diversi giorni di anticipo e si è comportato esattamente come avevano previsto gli esperti americani. Questo ha consentito di far evacuare Miami e limitare il numero delle vittime. L’Aeronautica italiana oggi riesce a fare previsioni con una risoluzione di 2,8 chilometri e sta lavorando per raffinarle ancora, scendendo a 2,2.
Il festival di Rovereto ha dedicato anche un approfondimento alle fake news meteo e al linguaggio, sempre più aggressivo, che si sta diffondendo in questo campo, tra “sciabolate artiche” e anticicloni dai nomi biblici o danteschi. La colpa non è solo di alcuni meteorologi, ma anche nostra, che pretendiamo di sapere già oggi che temperatura avremo a Natale o quanti millimetri di pioggia cadranno a Capodanno. Il pubblico chiede qualcosa che non esiste, eppure sono in molti a offrirglielo.
Siamo pervasi dalle previsioni del tempo: su molti cellulari le app meteo sono già preinstallate, sui siti di informazione e in tv hanno uno spazio sempre maggiore. Ma il tempo per capire, per approfondire, è poco. “Credo che nessuno utilizzi più aggettivi e avverbi dei meteorologi” spiega Andrea Piazza, previsore di Meteo Trentino intervenuto al Festival. “Termini come ‘occasionale’, ‘generalmente’, ‘prevalentemente’ e ‘localmente’ non sono altro che tentativi di comunicare l’incertezza al pubblico, da qualche parte ho visto addirittura l’immagine della nuvola con un punto interrogativo”. In tv stanno cominciando comparire le prime previsioni con l’indice di affidabilità espresso in percentuale. Ma anche questo dato è piuttosto vago: “I parametri sono tanti: posso essere sicuro che domani pioverà, ma avere grande incertezza sulla temperatura o viceversa. E allora a cosa si riferisce quella percentuale?”, continua Piazza.
E a proposito di meteo c’è un’altra dura verità, con la quale molti di noi si scontrano spesso: due previsioni per lo stesso giorno e la stessa località possono essere diverse tra loro. Francesca Marcucci, del Servizio meteorologico dell’Aeronautica militare, spiega perché: “Tutti i modelli, seppur con metodi diversi, risolvono le stesse equazioni fondamentali di base. Le principali differenze sono la risoluzione, con le approssimazioni che ne conseguono, e la condizione iniziale dell’atmosfera. Che viene calcolata con complessi algoritmi matematici utilizzando le osservazioni disponibili”. Per le osservazioni c’è chi si avvale di satelliti, chi no, c’è chi ha una rete di stazioni molto capillare e chi meno. Naturalmente più alta è la definizione, più si riduce l’approssimazione. E così tra due previsioni può esserci la stessa differenza che c’è tra una foto scattata con una fotocamera di alto livello e una fatta da un telefonino di vecchia generazione.
Gli utenti, però, tutto questo non lo sanno. Né conoscono la differenza tra i due principali metodi utilizzati dai meteorologi. “Il metodo deterministico è quello più semplice: una sola previsione, e di quella bisogna fidarsi. Il metodo probabilistico invece è un mosaico di previsioni, nel nostro caso 40, che ci servono per stimare l’incertezza della previsione deterministica”, spiega ancora Marcucci dell’Aeronautica militare. Un classico esempio di previsione probabilistica è la probabilità che piova espressa in percentuale. Per il resto, la maggior parte delle previsioni che leggiamo (piove/non piove, oppure le temperature precise) sono realizzate con metodo deterministico, più semplice e immediato da capire per il non addetto ai lavori.
Dietro a una mappa costellata soli e nuvolette c’è una scienza complessa, ricca di incognite e in continua evoluzione. Noi “profani”, però, ce ne accorgiamo a malapena. E allora, secondo alcuni esperti, la cosa migliore è fare previsioni diverse per utenti diversi. “Le previsioni devono aiutare gli utenti a prendere una decisione”, spiega Piazza di Meteo Trentino. “Facciamo l’esempio di una previsione incerta: è più probabile che ci sarà il sole, ma non posso escludere che pioverà. In questo caso, a un produttore cinematografico dirò che piove, così eviterà di far uscire le troupe, i macchinari e tutti gli autori, rischiando di gettare al vento migliaia di euro. Mentre a un’autorità di bacino, che deve decidere se mobilitare più personale per aprire una diga, comunicherò la previsione più probabile, cioè che non pioverà”.