I dipinti antichi studiati con la tecnica dei terremoti
La tecnica di radiografia con le onde terahertz rivela la stesura dei colori
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Una tecnica ispirata a quella con cui i sismologi studiano gli strati di rocce aiuta a scoprire i segreti dei dipinti antichi senza danneggiarli. Il primo test è stato fatto sulla ”Madonna in Preghiera” di Giovanni Battista Salvi da Sassoferrato e ha permesso di vedere come il pittore ha preparato la tela e steso i colori. Il risultato, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, si deve ai ricercatori guidati da David Citrin, del Georgia Institute of Technology. Del gruppo fa parte anche l’italiano Marcello Melis, della società Profilocolore di Roma, specializzata in tecniche di immagine.
Il metodo permette di vedere nel dettaglio la tecnica usata dal pittore, i colori, e anche eventuali danni subiti dall’opera d’arte. Tutte queste informazioni sono “utili sia per gli storici dell’arte, sia per la conservazione e il restauro dei dipinti” ha detto Alexandre Locquet, del Georgia Tech e del Centro nazionale della ricerca scientifica (Cnrs). I ricercatori hanno utilizzato una tecnica di immagine di nuova generazione che funziona nella lunghezza d’onda maggiore della luce visibile, quella dei Terahertz, che è simile a quella sviluppata dai sismologi per esplorare gli strati di roccia del sottosuolo.
”I sismologi – ha detto Citrin – inviano un impulso acustico nel sottosuolo e poi misurano l’eco e noi, in modo simile , usiamo un impulso elettromagnetico alla frequenza di circa un Terahertz e poi osserviamo i l segnale di ritorno che arriva dai diversi strati”. Il risultato è una sorta di ‘radiografia’. ”Così – ha rilevato Locquet – vediamo ad alta risoluzione ciò che è sotto la superficie di un dipinto e possiamo valutare che tipo di tecnica è stata utilizzata e determinare eventuali danni”.