I batteri trovari all’esterno della Stazione spaziale sono davvero alieni?

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I batteri trovari all’esterno della Stazione spaziale sono davvero alieni?

I campioni raccolti dai russi sulla superficie esterna della Stazione spaziale internazionale hanno rilevato batteri non presenti prima del lancio del modulo. Vengono dallo spazio, ma non è detto che siano alieni
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Il fatto è questo: il cosmonauta russo Anton Shkaplerov ha dichiarato durante un’intervista alla Russian News Service Tass che gli ultimi campioni raccolti dalla superficie esterna della Stazione spaziale internazionale (Iss) contengono batteri che non erano presenti dopo la messa in orbita del modulo. Siamo forse di fronte a una delle più importanti scoperte della storia? Abbiamo trovato gli alieni? Non emozioniamoci troppo: se così fosse le proporzioni dell’annuncio sarebbero ben diverse e nessuna fonte ufficiale ha per ora confermato le dichiarazioni. Sembra comunque che qualcosa di strano sia stato trovato, ma non si sa esattamente cosa, come e dove. Shkaplerov ha solo aggiunto che dalle prime analisi i batteri non sembrano pericolosi e che è molto probabile che provengano dallo Spazio.

Ok, dallo Spazio. Ma da dove? Un’ipotesi è che forme di vita extraterrestri possano arrivare fino a noi viaggiando insieme alla polvere interstellare. La polvere entrerebbe in collisione con l’atmosfera di un corpo celeste e trascinerebbe con sé i microbi alieni nel suo viaggio attraverso lo spazio.

Può sembrare un’idea bislacca, ma recentemente la rivista Astrobiology ha pubblicato un articolo che darebbe dimostrazione della fattibilità di un simile meccanismo. La ricerca, in realtà, affronta la questione nel verso contrario, cioè il trasferimento di microrganismi dalla Terra verso lo Spazio, ma perché precludere la possibilità che avvenga la stessa cosa anche in altre parti dell’Universo?

In ogni caso prima di affermare che i batteri siano davvero alieni, cioè provenienti da luoghi dell’Universo che non siano la Terra, sono necessari tantissimi controlli. E diciamo che, benché sia possibile, è un’eventualità più remota di altre. Vediamo perché.

La Iss orbita attorno alla Terra a un’altezza compresa tra i 330 e i 435 chilometri dalla superficie del pianeta. È certamente nello Spazio, ma rimane ancora all’interno dell’atmosfera terrestre, in uno strato chiamato termosfera. Qui, anche se estremamente rarefatta, c’è ancora aria. È dunque possibile che alcuni microrganismi (i tardigradi, per esempio) vengano veicolati dalla Terra nella termosfera e siano in grado di sopravvivere anche in condizioni così estreme. Magari attaccandosi alla superficie della Iss. D’altra parte qualcosa di simile era già successo, quando proprio i russi trovarono tracce di plancton sempre all’esterno della Iss.

C’è da dire inoltre che la Iss non è certo sterile: popolata com’è di esseri umani e di oggetti che vanno e vengono dalla Terra, è impossibile che lo sia. Provare, dunque, che i batteri trovati dai russi siano effettivamente una forma di vita proveniente da altri corpi celesti e non frutto di qualche contaminazione dall’interno della stazione sarà davvero un’impresa ardua

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