“I valori limite del Veneto per i PFAS, non sono protettivi per la salute umana”

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“I valori limite del Veneto per i PFAS, non sono protettivi per la salute umana”

Secondo l’Isde Italia non è ancora stato chiarito il livello minimo considerato “innocuo” in termini sanitari
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Il 3 ottobre la Giunta regionale del Veneto ha deliberato quelli che h definito  «I  nuovi limiti (i più restrittivi d’Europa) per la presenza di sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) nelle acque potabili, stanziando contemporaneamente un milione 200 mila euro, destinandoli agli Enti acquedottistici per il potenziamento dei filtri nei rispettivi impianti».

Ma secondo l’Associazione medici per l’ambiente – Isde Italia, «I valori limite proposti dalla Regione Veneto per le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) non sono, non possono e non devono essere considerati come protettivi per la salute umana. Per le PFAS, come per molte altre sostanze tossiche e cancerogene, non è ancora stato chiarito il livello minimo di concentrazione, nelle acque ad uso umano come nelle altre matrici fondamentali per la vita, che possa essere considerato “innocuo” in termini sanitari. Tale evidenza scientifica assume particolare rilievo per le fasce di popolazione maggiormente a rischio (età pediatrica, gravidanza) e esposte cronicamente, anche considerando le conseguenze del bioaccumulo e le inevitabili interazioni con altre sostanze inquinanti presenti nelle matrici ambientali».

Per questo l’Isde Italia dice che «Nel rispetto dei principi di precauzione e di prevenzione e indipendentemente dai limiti imposti dalla legge, la concentrazione di PFAS nelle acque dovrebbe tendere a zero. Questo obiettivo deve essere perseguito mettendo in atto tutte le azioni efficaci per garantire da subito acque salubri e pulite alle Comunità esposte ma anche, a monte e nel rispetto del principio di prevenzione primaria, evitando in ogni modo (eventualmente anche con specifiche disposizioni legislative) la stessa produzione di queste sostanze tossiche per l’ambiente e per la salute umana e la loro potenziale immissione nell’ambiente».

Isde Itali conclude che «Tali misure devono essere considerate le uniche in grado di ridurre il livello di rischio per la salute pubblica e di evitare un ulteriore aggravamento della già critica situazione esistente».

In un comunicato, la giunta veneta spiegava che «Ferma restando la competenza statale per la fissazione di valori per parametri aggiuntivi di cui all’allegato I del Decreto . Legislativo. n. 31/2001, i valori provvisori di performance (obiettivo) delle sostanze perfluoroalchiliche per l’acqua destinata al consumo umano, nell’ambito territoriale regionale, fino a diverse e nuove indicazioni da parte delle autorità nazionali e sovranazionali competenti, sono determinati in pari o inferiori a 90 nanogrammi per litro per “PFOA + PFOS”, di cui il PFOS non deve essere superiore a 30 nanogrammi per litro ed i valori della somma degli “altri PFAS” deve essere uguale o inferiore a 300 nanogrammi per litro.

Si sono anche confermati i limiti di stabilire che per l’acqua destinata ad usi zootecnici, che restano quelli di cui al parere del Ministero della Salute del 29.01.2014 (prot. n. 2565): livelli di performance (obiettivo) per il PFOA pari o inferiore a 500 nanogrammi per litro; PFOS pari o inferiore a 30 ng/l ; altri PFAS (somma delle rimanenti 10 sostanze PFAS) pari o inferiore a 500 ng/l come previsto dalla D.G.R. n. 854 del 13.06.2017. Si è inoltre  deciso di avviare, nell’ambito della zona individuata nell’allegato A della DGRV 2133/2016 (cosiddetta Zona Rossa ), di intesa con il Consiglio di Bacino Veronese, il Consiglio di Bacino Valle del Chiampo e il Consiglio di Bacino Bacchiglione e con gli enti gestori (Acque Veronesi scarl, Acque del Chiampo spa, Medio Chiampo spa, Acque Vicentine spa, Centro Veneto Servizi spa), una serie articolata di interventi, coordinata dalla Direzione Difesa del suolo, finalizzata a sperimentare, nell’arco temporale di sei mesi, tecnologie di trattamento per le riduzioni dei carichi inquinanti sulle risorse idriche captate (in forza delle misure di controllo sulle emissioni delle contaminazioni ambientali), con l’obiettivo di perseguire, per l’acqua destinata al consumo umano valori di perfomance (obiettivo) per “PFOA + PFOS” pari o inferiori a 40 nanogrammi per litro, mantenendo l’obiettivo tendenziale delle virtuale assenza delle sostanze citate».

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