Strage di pinguini in Antartide: solo due pulcini sopravvissuti in una colonia di 40mila esemplari

0

Strage di pinguini in Antartide: solo due pulcini sopravvissuti in una colonia di 40mila esemplari

“Minacciati dal cambiamento climatico”, ora i ricercatori chiedono l’istituzione di un’area protetta sull’Isola di Petreis
di GIACOMO TALIGNANI
www.repubblica.it

Solo due pulcini sopravvissuti in una colonia di 40mila pinguini. Cifre drammatiche di un tragico bilancio, simbolo di un allarme che ha il rumore dei ghiacci che si sciolgono: nell’Antartide, da inizio anno, in una colonia di 18mila coppie di pinguini di Adelia sull’isola di Petrels soltanto due esemplari sono sopravvissuti dopo la nascita. Gli altri, e sono numeri che raccontano una strage, sono tutti morti a causa di mancanza di cibo e per condizioni di salute precarie.

L’allarme lo hanno lanciato gli scienziati che lavorano a Adélie Land, così è chiamata la zona dell’Antartide orientale dove migliaia di pinguini nidificano e lottano da anni contro gli effetti del riscaldamento globale, in primis lo scioglimento dei ghiacci, ma anche, altro effetto del cambiamento climatico e dell’aumento delle piogge, per l’estendersi del ghiaccio di mare in alcune aree.

 Lì, nell’Antartide, i pinguini cacciano e si nutrono di krill: gli effetti del cambiamento climatico hanno modificato quelle terre e ora la “marcia dei pinguini” in cerca di cibo è diventata sempre più lunga ed estenuante, a volte con 100 chilometri da percorrere da parte dei genitori, costretti a lasciare i figli a casa. A più riprese, tornati dai viaggi, i genitori hanno scoperto che quasi tutti i loro pulcini erano morti.

Per gli scienziati è un “evento catastrofico” che colpisce colonie sempre più fragili. E’ la seconda volta, in soli quattro anni, che avviene una tale devastazione: nel 2013 morirono tutti i piccoli di una colonia di circa 20mila coppie di pinguini. Nei precedenti 50 anni di osservazione scene del genere non si erano mai verificate con tale intensità.

Un evento che preoccupa doppiamente se si pensa che in quelle stesse aree potrebbero agire i pescatori: anche per questo ambientalisti e scienziati chiedono che venga urgentemente creata una zona marina protetta nell’Antartide orientale, richiesta che sarà ufficialmente avanzata la prossima settimana all’Ue presso la Commissione per la conservazione delle risorse marine antartiche (CCAMLR) a Hobart.

Il problema del cambiamento climatico in quelle aree pone i pinguini davanti a una doppia sfida: troppo poco ghiaccio riduce la possibilità di cacciare e di allevare i piccoli, mentre troppo ghiaccio comporta che gli adulti viaggino più a lungo per procacciarsi il cibo, e quindi possano nutrire meno i piccoli.

Yan Ropert-Coudert, che guida il gruppo di ricercatori francesi che operano in quell’area dell’Antartide, ha dichiarato che la quantità di “ghiaccio record ed episodi piovosi senza precedenti” stanno accelerando le stragi di pinguini. Con i genitori impegnati nei lunghi spostamenti in cerca di cibo, migliaia di cuccioli sono rimasti senza protezione, bagnati (hanno una scarsa impermeabilizzazione) e incapaci di mantenersi caldi. Sono dunque morti di stenti e di fame. L’intera regione dove vivono è stata gravemente colpita dalla rottura della lingua di ghiaccio del ghiacciaio del Mertz, avvenuta nel 2010 a circa 250 chilometri da dove si trovavano i pinguini, ma con effetti devastanti sull’intera area. Da allora i pinguini di Adelia, fra i più comuni e considerati “fra gli animali più resistenti e sorprendenti”, per ambientalisti e associazioni come il Wwf sono sempre più a rischio e per loro è necessaria “una maggiore attenzione da parte del mondo intero”.

“Questo evento devastante contrasta con l’immagine dei pinguini raffigurata dai film Disney, quella che molte persone si sono fatte di questi animali. In realtà è qualcosa di simile più a un film di Tarantino che a Happy Feet” ha detto Rod Downie, responsabile dei programmi polari Wwf, mostrando le foto dei cuccioli morti sulla spiaggia e cercando di dare l’idea di ciò che sta avvenendo.

“Inoltre  il rischio di aprire questa zona alla pesca per noi è qualcosa di impensabile, quindi CCAMLR deve agire adesso adottando una nuova area marina protetta per l’Antardite orientale. Deve proteggere la casa dei pinguini prima che sia troppo tardi”.

Share.

Leave A Reply