Stiamo vivendo in una specie di Matrix? Sicuramente no. La conferma dei fisici quantistici

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Stiamo vivendo in una specie di Matrix? Sicuramente no. La conferma dei fisici quantistici

Scritto da Francesca Mancuso
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Sognate o temete di vivere come in Matrix? Non illudetevi, è impossibile (per fortuna). Ad assicurarlo è uno studio condotto dagli scienziati della Oxford University.

È uno dei temi ricorrenti nella fantascienza: la nostra realtà fisica è una simulazione informatica? Come si può dare una risposta a questa domanda? La nuova ricerca pubblicata dalla rivista Science Advances, ha impegnato un team di fisici teorici dell’Università di Oxford e della Hebrew University, che potrebbe aver trovato un modo per dare una risposta certa.

Mentre effettuavano la simulazione di un fenomeno quantistico presente nei metalli, i ricercatori Zohar Ringel e Dmitry Kovrizhin hanno trovato la prova del fatto che la realtà di Matrix sia impossibile, anche in linea di principio. Più precisamente, hanno mostrato come la complessità di questa simulazione – che può essere misurata in un numero di ore di processore, dimensioni di memoria e bollette elettriche – aumenta con il numero di particelle che si dovrebbero simulare.

Non si tratta di un concetto semplice. Spiegano gli scienziati che se la quantità di risorse computazionali necessarie per una simulazione quantistica aumenta lentamente con il numero di particelle nel sistema, allora bisogna raddoppiare un certo numero di processori, memoria, ecc. in modo da poter simulare un sistema più grande di due volte nella stessa quantità di tempo. Ma se la crescita è esponenziale, o in altre parole se per ogni particella aggiuntiva bisogna raddoppiare il numero di processori, memoria, ecc. allora questo compito diventa impraticabile.

Secondo i due autori dello studio, Zohar Ringel e Dmitry Kovrizhin, la potenza di calcolo necessaria per simulare l’universo fino al livello quantistico richiederebbe una memoria costruita da più atomi di quelli che esistono nell’universo stesso.

matrix

Per il loro esperimento, i ricercatori si sono concentrati su un particolare problema noto come simulazione Monte-Carlo che ipotizza una serie di realizzazioni possibili di un fenomeno in esame. Si tratta di simulazioni basate su campioni casuali di un sistema. Quando i ricercatori hanno eseguito le loro simulazioni, hanno continuato a cadere in errore.

La realtà in cui viviamo è dunque quella che vediamo, almeno fino a prova contraria…

Francesca Mancuso

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