Stagni caldi e meteoriti, gli ingredienti della vita nel brodo primordiale della Terra

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Stagni caldi e meteoriti, gli ingredienti della vita nel brodo primordiale della Terra

La vita che conosciamo non proverrebbe dalle profondità oceaniche, bensì da piccoli laghetti in cui si sono verificate le condizioni ideali per la sintesi delle molecole fondamentali: prima l’Rna e poi il Dna. L’ennesimo studio che conferma l’ipotesi di Darwin
di Eleonora Ferroni
www.media.inaf.it

Un caldo di acqua tiepida nel Lassen Volcanic National Park in California. Crediti: Ben K. D. Pearce, Università McMaster

Gli ingredienti per innescare la vita non sono molti ma tutti sono fondamentali. Tra i 3,7 e i 4,5 miliardi di anni fa, la vita sulla Terra sarebbe iniziata dopo i numerosi impatti di meteoriti che hanno rilasciato gli elementi essenziali in piccoli stagni di acqua calda. A dirlo sono gli scienziati della McMaster University e del Max Planck Institute. I loro calcoli suggeriscono che il ciclo stagionale dell’acqua in piccoli specchi d’acqua (precipitazione, evaporazione e drenaggio) abbia legato i “mattoni” alla base della vita molecolare, quei componenti fondamentali dei nucleotidi a loro volta trasportati dai meteoriti provenienti dalla spazio quando il pianeta era ancora molto giovane, dando infine origine ai polimeri di Rna,

La teoria che i primi organismi unicellulari (quindi i veri e propri primi abitanti della Terra) abbiano avuto origine in sorgenti calde d’acqua dolce non è nuova, e le prove a favore di questo modello sono sempre di più. Ricordiamo che già il “papà” della teoria evoluzionistica Charles Darwin parlava di ”piccolo stagno caldo” riferendosi al cosiddetto brodo primordiale in cui si sarebbero formati i primi organismi viventi. Ben K. D. Pearce e Ralph Pudritz sono totalmente d’accordo con lo “scienziato degli scienziati” e ci suggeriscono che la vita sia iniziata quando la Terra stava ancora prendendo forma durante l’eone che ha visto il pianeta bombardato dai bolidi spaziali. E sono stati proprio i meteoriti che hanno portato gli elementi costitutivi della vita.

Nello studio pubblicato oggi sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science gli scienziati spiegano come la combinazione di condizioni umide e secche nell’ambiente primordiale terrestre sia stato necessario per legare gli elementi portati dallo spazio creando le molecole polimeriche di Rna.

In questa rappresentazione grafica si vedono i diversi fenomeni che influenzano la formazione di sostanze chimiche nei piccoli stagni di acqua calda durante il ciclo idrico stagionale. Crediti: Università McMaster

Dai polimeri di Rna, molecole imperfette e rudimentali, l’evoluzione ha pensato al resto arrivando al Dna, il modello genetico delle forme superiori di vita che si sarebbe evoluto molto più tardi. Secondo quanto ipotizzato, la Terra primordiale sarebbe stata abitata solo esseri viventi basati sull’Rna, mentre la vita basata sul Dna sarebbe arrivata dopo in quanto molecola ben più complessa.

Le uniche condizioni possibili alla vita si sarebbero verificate entro i confini limitati di migliaia di laghetti di acqua calda, probabilmente termale (come molti altri studi suggeriscono) e non nelle profondità oceaniche come ritenuto da teorie ormai quasi superate.

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