In 7 anni, dal 2010 ad oggi, in Italia le disponibilità idriche si sono praticamente dimezzate, con forte accentuazione del fenomeno al Nord: a settembre 2017 (il più recente dato disponibile) erano presenti, in bacini lungo la Penisola, 1.066 milioni di metri cubi, contro i 1.512 dell’anno scorso, i 1.730 del 2015 e i ben 2.317 milioni di metri cubi del 2010. Lo rende noto l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), sulla base delle rilevazioni negli invasi di interesse dei Consorzi di bonifica.
La maggior parte della risorsa idrica è trattenuta in bacini del Sud Italia, poiché sono molti di più che al Nord.
Analizzando i dati dei bacini artificiali settentrionali, emerge la drammaticità dell’emergenza idrica: attualmente trattengono circa 2 milioni e mezzo di metri cubi, contro gli 11 dell’anno scorso, i 10,70 del 2017 ed i 18 milioni di metri cubi del 2010.
A questi dati vanno aggiunte le risorse dei grandi laghi, che sono però tutti abbondantemente sotto la media stagionale: Maggiore è al 26% della capienza, Como è al 11,2%, Iseo al 7,9%, Garda al 27,2%.
Al Sud, difficoltà per le produzioni agricole tardive, bisognose di irrigazione, si stanno registrando in Calabria e Sardegna.