Scritte in arabo sui corredi funebri dei Vichinghi

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Scritte in arabo sui corredi funebri dei Vichinghi

La sorprendente scoperta sui manufatti provenienti da alcune tombe in Svezia: le parole Islam e Ali erano ricamate con un filo d’argento su delle fasce di seta
di Austa Somvichian-Clausen
www.nationalgeographic.it

Con una scoperta sorprendente un gruppo di ricercatori svedesi ha trovato dei caratteri in cufico, uno stile calligrafico delle lingua araba, ricamati sugli abiti funebri emersi da una nave tomba dei vichinghi così come sugli arredi di una tomba a camera di siti del periodo centrale dell’epoca vichinga, come ad esempio nell’antico insediamento di Birka, in Svezia.

Gli indumenti sono stati conseravati per oltre un secolo, ritenuti dei comuni abiti funebri dell’epoca vichinga, fino a a quando una nuova ricerca ha portato a risultati molto più interessanti.

“Un dettaglio eccitante è la parola ‘Allah’ scritta in maniera speculare ” (foto a lato), dice l’autore della sensazionale scoperta, l’archeologa specializzata in tessuti Annika Larsson dell’Università di Uppsala.

I disegni erano ricamati in filo d’argento su fasce di seta. Larsson ritiene che presumibilmente i corredi funebri dell’epoca vichinga fossero influenzati dall’Islam, così come dall’idea di una vita eterna in paradiso dopo la morte.

La parola Allah appare allo specchio nella riproduzione del pattern di questa bordura vichinga di seta ricamata, trovata a Birka, in Svezia. Fotografia di Annika Larsson

“Nel Corano è scritto che gli abitanti del paradiso indosseranno abiti di seta, il che, insieme con le iscrizioni lungo le fasce, potrebbe aiutare a spiegare la diffusione della presenza di seta nelle tombe vichinghe”, dice Larsson. L’archeologa fa notare anche che i ritrovamenti erano equamente presenti nelle tombe di uomini e in quelli di donne.
I piccoli disegni geometrici sugli indumenti funebri, spiega Larsson, sono un qualcosa in cui non si era ancora mai imbattuta. Poi ha capito che non si trattava di disegni vichinghi, ma di scritte in arabo con calligrafia cufica.

Per risolvere il rebus è stato necessario ingrandire i caratteri ed esaminarli da tutte le angolature, compreso il leggerli guardandoli da dietro. Le parole più ricorrenti sono state identificate con il nome Ali, il quarto califfo dell Islam, e Allah.

In un comunicato stampa diffuso dall’Università di Uppsala, Larsson sottolinea come molto spesso si ipotizzi che gli oggetti orientali trovati nelle tombe vichinghe siano il frutto di saccheggi. Larsson è convinta che i caratteri in cufico potrebbero essere stati un tentativo di scrivere delle preghiere che potessero essere lette da sinistra a destra.

Nel passato, in un caso, è già stata identificata la frase “per Allah” incisa su un anello d’argento trovato nella tomba di una donna a Birka. Le scritte ricamate scoperte recentemente da Larsson sono però il primo caso in assoluto in cui viene individuata in Scandinavia la parola “Ali” scritta in caratteri cufici.

Il significato esatto delle iscirizioni non è conosciuto, ma, parlando con la Bbc, Larrson ha spiegato che “non si può escludere del tutto la possibilità che alcune delle persone sepolte nelle tombe fossero musulmane”.

“Ali” e “Allah” compaiono sempre insieme nei corredi funebri, ricorda Larrson, e l’alto rango di Ali nel ramo sciita dell’Islam potrebbe indicare che i vichinghi ebbero specifici rapporti con gli Sciiti.

Tecnologie avanzate, dalle immagini satellitari agli studi genetici alle analisi sugli isotopi, stanno aiutando gli archeologi e altri scienziati a trovare nuove sorprendenti risposte su una antica cultura avvolta nel mistero. Gli avventurieri vichinghi partirono spesso dalla Scandinavia equipaggiati con agili imbarcazioni e grandi abilità di navigazione ed è stato accertato che hanno visitato oltre 37 paesi, dall’Afghanistan al Canada.

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