Il titolo potrebbe sembrare fuorviante e paradossale perché in realtà in autunno-inverno le nebbie (le situazioni con visibilità inferiori a 1 km ), riflettendo verso lo spazio una larga parte dei raggi solari in arrivo sulla terra, in realtà dovrebbero contribuire a rendere più fredda, e non certo più calda, la terra..
Ma alcuni studiosi hanno esaminato l’andamento delle nebbie in Europa negli ultimi 40 anni e sono arrivati alla conclusione che in realtà nel surriscaldamento del pianeta, addebitato dai più al crescente aumento dei gas serra, ci sarebbe anche lo zampino delle nebbie.
Il meccanismo è molto semplice. Le nebbie negli ultimi 30 anni hanno subito una drastica riduzione in tutta Europa.
In particolare in Val Padana le nebbie sono diminuite addirittura del 70% circa rispetto agli anni ‘60-’70. In particolare a Milano-Linate, ad esempio, negli anni ’60 si registravano in media 1500 ore all’anno con nebbia. Negli anni recenti invece le opre con nebbia si aggirano intorno 400-600. Ma perché le nebbie si sono ridotte così tanto negli ultimi decenni.?
Bisogna allora ricordare che per condensare in goccioline di nebbia il vapore acqueo prossimo al suolo occorrono particelle di pulviscolo igroscopico, non più grandi di 1 millesimo di millimetro. Le particelle igroscopiche più comuni nelle aree industriali o densamente popolate sono i nitrati (generati dalle reazioni a cui vanno soggetti in atmosfera gli ossidi di azoto rilasciati dal tubo di scarico delle auto) e i solfati (generati per lo più dallo zolfo presente nel gasolio e nelle benzine).
Ebbene fino agli anni ‘60-‘70 si impiegavano benzine ad alto tenore di zolfo ( intorno al 3%) mentre oggi si fa uso di benzine BTZ ovvero a basso tenore di zolfo (intorno al 3 per mille) e quindi anche le immissioni di solfati nell’atmosfera si sono drasticamente ridotte.
Ad esempio a Milano negli anni ‘60-‘70 la concentrazione di solfati nell’atmosfera era di circa 240 ppm; adesso è appena 30-40 ppm ( ppm = 0-40 molecole su 1 milione di molecole d’aria).
Ma minori particelle di solfati nell’aria significa anche minori probabilità di formazione della nebbia e questa ne spiega la drastica riduzione intervenuta negli ultimi decenni. Ma con minori nebbie nelle mattinate invernali, il sole riscalda il suolo di più che nel passato. Ecco perché quindi una parte del surriscaldamento del pianeta va addebitata alla riduzione delle nebbie.
Paradossalmente un’opera anti-inquinamento ha aumentato il GW