IL TERREMOTO DI Mw 6.5/7.0 DEL 18 OTTOBRE 1356 IN SVIZZERA: IL PIU’ FORTE A MEMORIA D’UOMO

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IL TERREMOTO DI Mw 6.5/7.0 DEL 18 OTTOBRE 1356 IN SVIZZERA: IL PIU’ FORTE A MEMORIA D’UOMO

Uno dei più forti eventi che abbiano mai colpito l’Europa Centrale
tratto da www.swissinfo.ch

Il 18 ottobre del 1356, la Svizzera veniva sconvolta da uno dei terremoti più forti della sua storia recente. Il terremoto di Basilea, di magnitudo stimata fra 6.5 e 7.0. La prima scossa avvenne intorno alle 19, secondo quanto riportato sui documenti dell’epoca. La seconda, la più distruttiva, avvenne alle 22 e causò enormi distruzioni. Castelli, fortezze, edifici, ogni costruzione dell’uomo collassò di fronte a questo evento sismico. Difficile avere una stima esatta delle vittime vista la lontananza nel tempo di quel sisma, considerato uno dei più forti della storia dell’Europa Centrale.

Karl Jauslin, Il terremoto del 1356, Collezione privata

Il terremoto avvenne in una zona lontana dal margine tettonico fra Placca Africana e Eurasiatica (per questo si parla di terremoto intraplacca): per intenderci, lontano dai punti in cui avviene la collisione fra placche, responsabile ad esempio dell’elevata sismicità presente in Italia, Grecia, Balcani e Turchia. La regione alpina però, è un’area tettonicamente molto complessa nella quale viene ancora oggi accumulata  una parte dell’energia prodotta dalla collisione fra placche che avviene più a sud. I terremoti sono perciò meno frequenti di quanto avvenga nell’area mediterranea, ma non per questo meno dannosi.
Di seguito una cronaca una breve cronistoria di quanto accaduto quel giorno:

È il 18 ottobre 1356. A Basilea, cittadina tardomedievale di circa 7.000 abitanti, sta per tramontare il sole autunnale. Nelle case, le cuoche di turno iniziano a preparare la cena e le prime stufe vengono accese per riscaldare il soggiorno. Le botteghe stanno per chiudere e i fabbri modellano gli ultimi pezzi di metallo della giornata nelle loro fornaci ardenti. Nelle chiese, le candele illuminano gli altari. La vita insomma, segue il suo corso abituale.

È a questo punto che avviene un fenomeno del tutto inatteso e tragico. Verso le 18, l’intera città viene sorpresa da diverse scosse sismiche. Nel panico, molti scappano in strada. Seguono alcune scosse più deboli. Poi, nella notte, la scossa più forte: un terremoto distruttivo con una magnitudo compresa – secondo i calcoli del Servizio Sismico Svizzero – tra 6,5 e 7 sulla scala Richter. I camini cadono dai tetti e i campanili delle chiese vengono scossi a tal punto da far suonare le campane da sole. Parti della cinta muraria crollano. E, più distruttivi ancora del terremoto, i vari fuochi accesi fanno divampare un incendio inarrestabile. Per molti giorni la città brucia.

Il terremoto del 1356 è la più grande catastrofe che abbia mai colpito la città renana. Un fenomeno che si verifica all’incirca ogni 1500 anni in Svizzera e la cui intensità è senz’altro stata avvertita a molti chilometri di distanza. Le fonti storiche e le rilevazioni archeologiche non permettono di quantificare con certezza l’entità dei danni. Certo è che le fonti scritte dell’Europa medievale non conoscono simili livelli di devastazione causati da un terremoto. Molti edifici in sasso sono stati danneggiati e numerosi abitanti della città si sono ritrovati senza tetto. Inoltre, una sessantina di castelli nobiliari sparsi nel contado hanno subito danni. La notizia della catastrofe è giunta persino a Francesco Petrarca, come testimonia un suo scritto.

Miracolosamente sembra invece che ci siano stati pochi morti, e questo ha senz’altro aiutato la popolazione a reagire in fretta per rendere nuovamente abitabile la città. Inoltre, alle porte dell’inverno e con la minaccia dell’espandersi di epidemie, il sindaco di Basilea Konrad von Bärenfels sapeva di dover reagire al più presto. Davanti alle mura della città vennero installate numerose tende e capanne per poter accogliere i senza tetto. I villaggi di campagna, molto meno colpiti dal terremoto, hanno probabilmente rifornito la popolazione con derrate alimentari. Otto mesi più tardi, nel giugno del 1357, la situazione si era normalizzata ed entro il 15 agosto dello stesso anno le ultime tende di senza tetto vennero disinstallate. La città, grazie allo sforzo dei suoi governatori e all’aiuto dei vicini, è riuscita a riprendersi con estrema velocità dalla più grande catastrofe che l’abbia mai colpita.

Terremoti storici in Svizzera (fonte: Servizio Sismico Svizzero – SED)

Certo, si tratta di eventi rari, ma proprio la rarità di questi eventi può a volte indurre ad abbassare la guardia con risultati disastrosi nel caso in cui si verifichi una scossa. Per la Svizzera, si parla in media di circa 10 terremoti all’anno con magnitudo compresa tra i 3 e i 4 della scala Richter (molto meno di quanto accade in Italia). Passano in media 8–15 anni fra un terremoto di magnitudo pari o superiore a 5 e l’altro. I terremoti più forti, con magnitudo pari o superiore a 6, si verificano ogni 50–150 anni. L’ultimo importante evento è avvenuto nel 1946 a Sierre, in un’area a quel tempo spopolata ma nella quale oggi un sisma potrebbe provocare molti danni e vittime. Si tratta quindi di episodi rari, ma che possono verificarsi in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento in Svizzera.

Nel 2001 un team di ricercatori franco-svizzero ha individuato il piano della faglia responsabile del sisma di Basilea del 1356: i risultati, pubblicati su Science, mostrano che il piano (l’evidenza di una faglia in superficie) si estende per 8 chilometri, dal Giura alla parte sud di Basilea. Secondo gli studiosi la faglia ha provocato almeno tre importanti terremoti: uno fra il 6480 a.C. e l’850 a.C., un secondo fra l’850 a.C. e l’890 d.C., e infine un terzo fra il 610 e il 1475 d.C. (che quindi corrisponderebbe a quello del 1356). Da qui la stima della frequenza, circa un evento ogni 1500 anni.

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