Dall’Italia un nuovo bersaglio per combattere il cancro!

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Dall’Italia un nuovo bersaglio per combattere il cancro!

L’equipe di Alberto Mantovani scopre un bersaglio molecolare. Apre la strada a ulteriori e potenti terapie che puntano sulla risposta immunitaria per sconfiggere il cancro. Nature scrive un nuovo capitolo della rivoluzione dell’immunoncologia
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Un altro successo della ricerca made in Italy: il Laboratorio di immunopatologia sperimentale dell’Istituto Humanitas di Rozzano, guidato dall’immunologo di fama internazionale Alberto Mantovani, ha individuato un nuovo meccanismo in grado di regolare l’azione delle cellule del sistema immunitario contro il cancro. Lo studio, pubblicato su Nature, mostra come l’efficienza delle cellule Natural Killer (NK) e dei linfociti T contro certi tipi di tumori solidi aumenti se si spegne la molecola IL-1R8, cioè il recettore numero 8 dell’interleuchina 1.

IL-1R8

Come spiega Cecilia Garlanda, che ha condotto l’indagine, il recettore numero 8 dell’interleuchina 1 è una molecola che si trova sulla superficie di diversi tipi cellulari del nostro organismo, tra cui le cellule del sistema immunitario Natural Killer (Nk) e i linfociti T, che ci difendono dalle infezioni e eliminano la maggior parte delle cellule anomale prima che diventino una minaccia. La funzione di IL-1R8 è quella di limitare l’azione del sistema immunitario in un organismo in salute per evitare reazioni spropositate che potrebbero fare danni

Quando però c’è da combattere un tumore, questo blocco diventa uno svantaggio: spegnere IL-1R8 potrebbe dunque aumentare di molto l’azione antitumorale delle cellule Nk e dei linfociti T.

Lo studio

Il meccanismo è stato individuato dapprima in vitro, poi su modelli animali affetti da diversi tumori solidi (in particolare al fegato, metastasi del colon e sarcomi). I ricercatori hanno constatato che silenziare il gene che codifica per IL-1R8 permette alle cellule del sistema immunitario di essere più aggressive nei confronti del tumore, svelando dunque una via che potrebbe portare allo sviluppo di nuove strategie (metodiche cliniche o farmaci) per la lotta al cancro.

Rispetto ad altre forme di immunoterapia – un approccio che mira a sfruttare il sistema immunitario per combattere le cellule cancerose – che reclutano prevalentemente i linfociti T, spegnere IL-1R8 introduce un elemento di novità: coinvolge il sistema immunitario innato di cui le cellule Nk fanno parte e il cui intervento si pensa possa portare a maggiori risultati.

Prospettive future

Individuato IL-1R8 come nuovo bersaglio molecolare, è il momento di pensare a quali strategie mettere in campo per spegnere la sua attività in modo selettivo, cioè solo nelle cellule NK e nei linfociti T. Gli esperti italiani hanno già qualche idea. Per esempio, modificare geneticamente i linfociti T del paziente per spegnere l’espressione del gene di IL-1R8 (una approccio simile a quello utilizzato per ottenere i linfociti Car-T, già utilizzati per combattere alcune forme di leucemie e di linfomi non-Hodgkin), oppure sviluppare molecole silenziatrici che abbiano una doppia specificità, cioè si leghino sia a IL-1R8 sia a un altro sito unico per le cellule Nk.

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