Allarme centrali nucleari in Francia e Belgio: a rischio le piscine del combustibile nucleare esaurito (VIDEO)

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Allarme centrali nucleari in Francia e Belgio: a rischio le piscine del combustibile nucleare esaurito (VIDEO)

Un dossier riservato di Greenpeace France: Edf deve reagire
www.greenreport.it

Secondo il rapporto “Sécurité des réacteurs nucléaires et des piscines d’entreposage du combustible en France et en Belgique” pubblicato da Greenpeace France, «Le centrali nucleari che ci circondano sono una spd di Damocle sopra le nostre teste».  Quelli di Greenpeace France dicono che il nuovo rapporto, redatto da esperti indipendenti, che è stato consegnato ieri alle autorità nucleari, «Mette in causa la sicurezza delle installazioni nucleari francesi e belghe, puntando il dito sulla loro vulnerabilità di fronte ai rischi di attacchi dall’esterno».

Gli esperti sono particolarmente preoccupati per alcune installazioni delle centrali francesi: le piscine di stoccaggio dei combustibili nucleari esausti. «Mentre possono contenere il volume di materiale radioattivo più importante all’interno delle centrali – spiegano a Greenpeace – queste piscine sono protette molto male. Non aspettiamo a braccia incrociate che succeda il peggio: parliamone ed agiamo».

Il rapporto si basa  sul contributo di sette specialisti i sicurezza nucleare, radioprotezione ed economia – Oda Becker (Germania), Ed Lyman (Usa), Gordon MacKerron (Gran Bretagna), David Boilley, Manon Besnard, Yves Marignac e Jean-Claude Zerbib (Francia) – per mettere insieme le competenze necessarie ad analizzare le complicate problematiche delle centrali nucleari. Greenpeace precisa che ogni esperto è responsabile del suo contributo nella forma in cui gli è stato richiesto e che ognuno dei 7 esperti lo ha consegnato separatamente.

Greenpeace avverte che «Questo rapporto, perché contiene delle informazioni sensibili relative alla sicurezza degli impianti nucleari francesi e belgi, non sarà reso pubblico. E’ stato trasmesso oggi (il 10 ottobre, ndr) da  Greenpeace alle autorità competenti in materi di sicurezza nucleare, per allertarle sul problema». Per questo Greenpeace France ha pubblicato online solo un riassunto del rapporto.

Comunque l’associazione ambientalista rivela che «Gli esperti indipendenti che hanno contribuito all redazione di questo rapporto hanno passato in rivista le centrali nucleari in Francia  e Belgio, interessandosi particolarmente della capacità di resistenza delle piscine di stoccaggio dei combustibili nucleari esausti in caso di atti malevoli contro questi impianti. Queste piscine sono molto numerose: con 58 rettori in Francia, ci sono quindi 58 piscine di stoccaggio dei combustibili nucleari esausti. Le piscine di stoccaggio dei combustibili nucleari esausti, chiamate anche “piscine di disattivazione”, servono a raffreddare il combustibile nucleare dopo il suo sfruttamento nel cuore del reattore. All’uscita dal reattore, il combustibile è ancora molto radioattivo e rilascia calore. L’acqua di questi bacini svolge quindi un ruolo di radioprotezione e di dissipazione del calore. Dopo qualche anno di raffreddamento, un’infima parte di questo combustibile sarà “ritrattato, il resto rimane in attesa di uno stoccaggio definitivo. Queste piscine di stoccaggio dei combustibili nucleari esausti possono quindi contenere diverse centinaia di tonnellate di combustibile, vale  dire di materia radioattiva, cioè l’equivalente da due a tre volte il cuore del loro reattore».

Secondo gli esperti e il dossier di Greenpeace, il problema è che «In caso di attacco esterno, se una piscina viene danneggiata o se perde la su acqua, il combustibile non è più raffreddato ed è l’inizio di un incidente nucleare: della radioattività fuoriesce massicciamente nell’atmosfera, con delle conseguenze radiologiche gravi. Mentre l’edificio del reattore è dotato di un involucro di confinamento rafforzato, le piscine del combustibile esaurito sono protette molto male».

Se fino a pochi anni fa un attacco  un centrale nucleare era considerato fantapolitica, oggi, soprattutto in Paesi come Francia e Belgio dove gli atti di terrorismo “sporco” sono frequenti, è un’ipotesi presa in seri considerazione dai governi e dalle autorità di sicurezza nucleare.

Greenpeace France ricorda che «All’epoca in cui questi impianti nucleari sono stati messi in servizio, una quarantina di anni fa,  le minacce non erano le stesse. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, siamo di fronte a un nuova situazione geostrategica. Lo sappiamo tutti: oggi il clima è teso, l punto che un individuo isolato o un’organizzazione criminale, staccata da qualsiasi Stato, può avere una capacità di nuocere all quale le misure di sicurezza convenzionali non permetterebbero di far fronte. Negli ultimi anni degli individui con intenzioni criminali hanno mostrato segni di interesse per gli impianti o le attività nucleari. Questo rischio che aleggia sulle centrali nucleari non può più essere ignorato per molto tempo. In Francia, l’operatore delle centrali Edf  deve assumersi le sue responsabilità e smetterla di mettere in pericolo i francesi e i loro vicini europei. Si impongono dei lavori di messa in sicurezza di queste parti delle centrali. E la stessa cosa vale per il Belgio, dove le piscine delle centrali di Doel e di Tihange, gestite da Engie, sono ugualmente ml protette».

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