Abbiamo chiesto ad Andrea Tertulliani, sismologo storico dell’INGV ed autore di uno studio sui terremoti storici di quest’area di scrivere qualcosa a riguardo.
Il biennio 1950-1951 vede l’area del Gran Sasso e dei Monti della Laga sede di un’attività sismica abbastanza intensa, culmine della quale è il terremoto del 5 settembre 1950 (ore 04.08 UTC) di Mw 5.7. Secondo i cataloghi sismici nazionali questo evento è il più significativo di quelli con origine nell’area, che nel complesso è sede di una moderata attività sismica.
Distribuzione del danneggiamento prodotto dal terremoto del 1950 di magnitudo stimata pari a 5.7. I colori dei cerchi mostrano il livello di danno nella scala Mercalli (DBMI)
La scossa principale fu preceduta di pochi minuti da una forte scossa avvertita in molte località. Lo scenario degli effetti vide due vittime e un centinaio di feriti, oltre ad una estesa area di danneggiamento tra le province di Rieti, Teramo, Pescara e Ascoli Piceno. Alla scossa del 5 settembre 1950 seguirono diverse repliche: tra queste le più significative furono quelle del 18 settembre 1950 con lievi danni nell’area di Montereale, quella dell’8 marzo 1951 con danni nell’area di Pizzoli e Campotosto e quella del 21 maggio 1951 con lievi danni nell’area di Campli.
Distribuzione del danneggiamento prodotto dal terremoto del 1951 di magnitudo stimata pari a 5.3. I colori dei cerchi mostrano il livello di danno nella scala Mercalli (DBMI)
L’8 agosto 1951 (ore 19.56 UTC) un altro forte terremoto Mw 5.3 colpì le stesse aree provocando nuovi e diffusi danneggiamenti in diverse località.
L’evento del 5 settembre 1950 interessò abitati che già avevano subito gli effetti del forte terremoto del 3 ottobre 1943 delle Marche meridionali (prov. di Ascoli Piceno) che ebbe una intensità all’epicentro pari all’VIII-IX MCS, e causò gravi danni anche nel teramano. A rendere più severi gli effetti del terremoto vi era inoltre lo stato della maggior parte degli edifici, che, per mancanza di manutenzione dovuta alla povertà e alla guerra, non erano certamente in buone condizioni. Al proposito, Di Filippo e Marcelli nel 1951 asseriscono ”… le case sono malsicure ed assolutamente inadatte a resistere ad un terremoto”.
L’intensità massima dell’evento del Gran Sasso risultò essere dell’VIII grado MCS per 14 località distribuite tra le provincie di Teramo, Rieti e L’Aquila, entro una fascia orientata circa Est-Ovest posta tra il Lago di Campotosto e la valle del Vomano, dove avvennero diversi crolli e molti gravi danni soprattutto nelle località di montagna.