Scosse di terremoto: ecco quanti (tanti) calcoli ci vogliono per definire la magnitudo

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Scosse di terremoto: ecco quanti (tanti) calcoli ci vogliono per definire la magnitudo

Si va da quelli automatici ai modelli dei sismologi. L’esempio della scossa di Mw 8.0/8.2 in Messico del settembre 2017
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La prima misura della magnitudo del terremoto avvenuto lungo le coste del Messico nel settembre scorso, è stata di Mw 8,0 secondo i calcoli eseguiti in automatico e diffusa dal Servizio geologico degli Stati Uniti; a distanza di circa un’ora la misura veniva aggiornata a Mw 8,1 dallo stesso Usgs; ancora un’ora e il Servizio sismologico del Messico rivedeva la stima a Mw 8,4, in seguito ridimensionata a  Mw 8,2 dalle autorità messicane.

Quello che a prima vista può suggerire l’impressione di un susseguirsi di errori e correzioni in realtà è il risultato di “un’incertezza delle stime inevitabile: ogni misura è affetta da un margine di incertezza, anche la più stupida”, osserva il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).


Alla fine la magnitudo del terremoto avvenuto oggi è stimata fra Mw 8,0 e Mw 8,2: “sono valori fra i quali non ci sono differenza importanti e la cui incertezza potrebbe essere ridotta solo avendo a disposizione migliaia di sismografi in più, ma questo – rileva Amato – oggi non è pensabile”. E’ chiaro, aggiunge, che più i terremoti sono grandi, più sono gli strumenti che li rilevano e più sono le stime: questo rende “impossibile averne tante uguali”, soprattutto considerando che vengono fatte con metodi diversi a seconda degli strumenti disponibili e dei modelli adottati. L’incertezza, a questo punto, diventa un valore aggiunto: “un elemento importante che indica il livello di conoscenza relativo a un fenomeno osservabile”.

L’incertezza è immediatamente legata anche alla difficoltà del fenomeno da osservare: “misurare l’energia emessa da un terremoto è possibile solo in modo indiretto, innanzitutto – spiega Amato – guardando i dati dei sismometri e, quando diventano disponibili, analizzando le immagini riprese dai satelliti dalle quali si deducono le stime della deformazione del suolo”. Quando avviene un terremoto i primi dati disponibili sono quelli dei sismometri, “ma questi non sono numeri assoluti: sono dati filtrati che descrivono come si muove il terreno, ma non è detto che questo movimento sia proporzionale all’energia emessa dalla faglia”.

La magnitudo che subito si calcola in automatico è una media che individua il valore più probabile e poi variazioni che possono arrivare a valori di più o meno 0,5. Per questo, conclude, sarebbe un errore “credere che esista un numero ‘vero’ e unico della magnitudo: non è così”. Di fatto ci sono dei valori medi, frutto di un grandissimo numero di misure e di modelli differenti.

Fonte Immagini Seismic & Structure

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