Mentre noi ci gustiamo la nostra barretta di cioccolato migliaia di ettari di foreste africane sono già scomparsi uccidendo animali ed interi ecosistemi. Alberi appartenenti a parchi nazionali e zone che dovevano essere protette sono diventate vittime della deforestazione per lasciar spazio all’industria del cacao.
La denuncia, multipla, che punta il dito contro la complicità del governo ivoriano e le disattenzioni delle principali aziende produttrici di cacao internazionali, arriva da un dettagliato report dell’organizzazione non governativa Mighty Earth (.pdf). Per l’ong l’80% delle foreste della Costa d’Avorio, principale esportatrice di fave di cacao dato che è da lì che arriva il 40% del cioccolato al mondo, sono scomparse negli ultimi 50 anni. Non basta: il cioccolato che giunge sulle nostre tavole è spesso “illegale”, dato che parte delle fave proviene da aree che dovevano essere protette ma, grazie a un sistema di corruzione e favoritismi, viene mischiato alle partite legali di fave.
Cocoa farmer Herve Keita walks in the remains of his farm that he said was destroyed by SODEFOR, the state’s forest management agency, in Guiglo, Ivory Coast, May 22, 2016. REUTERS/Luc Gnago
Nel report vengono citate decine di aziende, dalla Mars alla Nestlè, la Lindt, Olam, Cargill, Barry Callebaut o l’italiana Ferrero che, come ha specificato il Guardian, testata che ha diffuso i dati in anteprima, non negano il problema spiegando di esserne a conoscenza e si dicono impegnate a fare di tutto per mettere fine alla deforestazione delle riserve.
Foreste un tempo rigogliose di ogni tipo di alberi e biodiversità, come quelle di Goin Debé, Scio, Haut-Sassandra, Tai, i parchi di Mont Peko e Marahoué, oggi stanno pian piano scomparendo e vengono bruciate per lasciare spazio alle fave: muoiono così decine di animali, gli scimpanzé sono costretti a vivere in piccoli fazzoletti di terra o gli elefanti diminuiscono drasticamente.
“Le autorità ivoriane sono talvolta complici o inefficaci” ha dichiarato l’Ong. Rick Scobey, presidente della World Cocoa Foundation, non ha negato il fatto dicendo che “questo è un problema conosciuto da anni. All’inizio dell’anno, 35 aziende del settore hanno deciso di unire le loro forze per lanciare una nuova partnership con il governo ivoriano e terminare la deforestazione in Ghana e Costa d’Avorio”.
Intanto negli ultimi mesi il prezzo del cacao sul mercato è sceso del 30% e il prezzo minimo garantito ai produttori è passato da 1.100 a 700 franchi Cfa (1,17 dollari) anche se la domanda di cioccolato resta alta. Nella catena, i commercianti di cacao che vendono ai grandi marchi si rivolgono sempre più a coltivatori illegali che crescono le piante in aree protette, le stesse dove la foresta pluviale si è appunto ridotta dell’80% dal 1960 ad oggi. Il prodotto illegale si mescola così, durante il processo di fornitura, con le fave di cacao lecite, rendendo difficile la tracciabilità.
Di questo passo però, ricorda il report, la Costa d’Avorio (ma anche il Ghana soffre) sta perdendo le sue foreste a un tasso velocissimo: oggi meno del 4% del paese è coperto da foreste pluviali mentre un tempo lo era almeno il 25%. Per Mighty Earth se non si metterà fine a tutto ciò entro il 2030 non rimarrà più traccia delle foreste.