La spiaggia bianca caraibica toscana inquinata dall’ammoniaca: rischio divieto

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La spiaggia bianca caraibica toscana inquinata dall’ammoniaca: rischio divieto

Concentrazioni superiori alla media e moria di pesci nel litorale «esotico» che in realtà è un’enorme discarica di carbonato di calcio della Solvay. Indagano Arpat e Asl e il Comune decide se allargare il no alla balneazione a tutto il litorale
di Marco Gasperetti
www.corriere.it

Nei Caraibi livornesi, almeno in quel tratto di mare di circa duecento metri che si trova ai due lati di un fosso, c’è un’alta concentrazione di ammoniaca e i pesci stanno morendo. Ci sono analisi in serata e nel pomeriggio si saprà se l’inquinamento è così preoccupante da estendere il divieto di balneazione (che è permanente) a tutte le Spiagge Bianche. Siamo a Vada, pochi chilometri a sud di Castiglioncello, il litorale più incongruo e paradossale della Toscana e forse d’Italia. Perché in realtà l’effetto Caraibi non è il risultato della natura, ma di un demiurgo artificiale chiamato Solvay, una fabbrica chimica belga, che negli anni ha scaricato in mare tonnellate di carbonato di calcio (e in passato purtroppo anche mercurio e altre sostanze nocive) creando l’effetto esotico di una spiaggia bianca e di un mare trasparente e cristallino e, paradosso nel paradosso, hanno trasformato la discarica in un’attrazione turistica.

La causa forse un guasto a un’industria

La balneazione è consentita (con tanto di bagnino e posteggio auto) ad eccezione di un tratto di 200 metri alla destra e alla sinistra del fosso che scarica in mare il carbonato della fabbrica. Adesso però le analisi di Arpat e Asl hanno evidenziato una concentrazione di ammoniaca superiore alla norma e i bagnanti hanno segnalato una moria di pesce. L’agenzia regionale per l’ambiente è convinta sia stata provocata da un malfunzionamento che si sarebbe verificato alla Solvay, l’industria smentisce, ma intanto l’Arpat (che ha anche poteri di polizia giudiziaria) sta indagando. E in serata dovrebbero essere pronte le analisi definitive che potrebbero far scattare un’ordinanza di divieto di balneazione temporanea su gran parte della spiaggia.

Continuano le indagini

«Stiamo aspettando i dati anche sui pesci morti, poi decideremo come sempre nell’interesse di turisti e cittadini», conferma il sindaco di Rosignano Marittimo, Alessandro Franchi (Pd). Da tempo ambientalisti e attivisti di Medicina Democratica organizzano iniziative in mezzo a migliaia di bagnanti per metterli in guardia dei presunti pericoli. Gli ecologisti parlano di mercurio, cromo, arsenico e piombo scaricati dalla fabbrica e di inquinamento diffuso. Regione e Comune tranquillizzano. E intanto, mentre sulla spiaggia-discarica si prende il sole e nel mare «limpidissimo» si fa il bagno, le tubazioni e gli impianti della Solvay disegnano un atipico paesaggio postmoderno e un po’ inquietante.

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