Ci siamo persi l’energia oscura: ricercatori ricalcolano l’espansione dell’Universo

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Ci siamo persi l’energia oscura: ricercatori ricalcolano l’espansione dell’Universo

Ricercatori neozelandesi teorizzano nuovo modello cosmologico nel quale non è presente l’energia oscura. L’espansione accelerata dell’Universo è solo un fenomeno apparente?
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it

Analisi condotte sulle supernova di tipo ‘Ia’ suggeriscono che il fenomeno dell’espansione accelerata dell’Universo possa essere soltanto apparente e non reale, ridefinendo così il ruolo e l’esistenza della cosiddetta energia oscura. È la conclusione cui sono giunti i ricercatori dell’Università di Canterbury a Christchurch, Nuova Zelanda, un risultato che non mancherà di scatenare aspri dibattiti in ambito accademico. Ma procediamo con ordine.

Le supernovae di tipo ‘Ia’ sono supernove – intense esplosioni stellari – prodotte da una specifica famiglia di stelle, le nane bianche, ovvero astri piccoli, poco luminosi e ad elevatissima densità: rappresentano l’ultima fase della vita di stelle simili al nostro Sole. A causa delle loro peculiari e ben definite caratteristiche di luminosità, di queste supernovae è possibile misurarne con precisione la distanza. Proprio studiando questo dettaglio, combinandolo con la misura del cosiddetto ‘spostamento verso il rosso’ (redshift, un aumento della lunghezza d’onda), nel 1998 tre studiosi hanno potuto determinare l’espansione accelerata dell’Universo. Una vera e propria sorpresa in astrofisica, dato che si pensava a una decelerazione dell’espansione a causa della forza di gravità. La ricerca è valsa il premio nobel per la Fisica nel 2011 a Saul Perlmutter, Brian P. Schmidt e Adam Riess.

Per spiegare questa accelerazione, nei modelli di fisica teorica è necessario introdurre il concetto di energia oscura (dark energy) una forza misteriosa – così chiamata perché ancora non direttamente rilevata – che compone il circa il 70 percento della massa energia dell’intero Universo (assieme alla materia oscura ne compone il 95 percento, la quasi totalità). Attualmente il modello di riferimento per gli astrofisici è il cosiddetto “modello cosmologico standard” ΛCDM, dove Λ sta per energia oscura e CDM per Cold Dark Matter, ovvero la materia oscura.

A questo modello gli studiosi neozelandesi ne hanno contrapposto un altro chiamato “cosmologia timescape”, nel quale non è prevista la presenza di energia oscura. Senza entrare nei complessi concetti astrofisici, gli studiosi coordinati dal professor David Wiltshire sfruttando dati raccolti da supernovae di tipo Ia hanno dimostrato che il loro modello, sotto il profilo statistico, propone risultati del tutto in linea con quelli ottenibili dal modello standard, ma senza aggiungere l’ingrediente dell’energia oscura. Ciò suggerisce che l’espansione accelerata potrebbe essere un fenomeno soltanto apparente. I dettagli della controversa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

[Credit: WikiImages]

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2 commenti

  1. Leonardo Rubino on

    E’ oggettivamente difficile accettare un Universo in espansione che contemporaneamente mostra proprietà attrattive/collassanti a livello globale, in forma di gravità. E recenti misurazioni su supernove lontane Ia, utilizzate come candele standard, hanno dimostrato che l’Universo sta effettivamente accelerando, fatto questo che è contro la teoria della nostra presunta attuale espansione post Big Bang, in quanto, dopo che l’effetto di una esplosione è cessato, le schegge proiettate si propagano, sì, in espansione, ma devono farlo ovviamente rallentando, non accelerando.
    Insomma, se la materia mostra attrazione reciproca in forma di gravità, allora siamo in un Universo armonico oscillante in fase di contrazione, che si sta contraendo tutto verso un punto comune che è il centro di massa di tutto l’Universo. Forse, al momento, ogni osservatore può essere il centro.
    Infatti, l’accelerare verso il centro di massa ed il mostrare proprietà attrattive gravitazionali sono due facce della stessa medaglia. Inoltre, tutta la materia intorno a noi mostra di voler collassare: se ho una penna in mano e la lascio, essa cade, dimostrandomi che vuole collassare; poi, la Luna vuole collassare nella Terra, la Terra vuole collassare nel Sole, il Sole nel centro della Via Lattea, la Via Lattea nel centro del suo ammasso e così via, e, dunque, anche tutto l’Universo collassa. No?
    Ma allora come si spiegherebbe che vediamo la materia lontana, intorno a noi, allontanarsi e non avvicinarsi? Beh, facile: se tre paracadutisti si lanciano in successione da una certa quota, tutti e tre stanno cadendo verso il centro della Terra, dove poi idealmente si incontreranno, ma il secondo paracadutista, cioè quello che sta in mezzo, se guarda in avanti, vede il primo che si allontana da lui, in quanto ha una velocità maggiore, poiché si è buttato prima, mentre se guarda indietro verso il terzo, vede anche questi allontanarsi, in quanto il secondo, che sta facendo tali rilevamenti, si è lanciato prima del terzo, e dunque ha una velocità maggiore e si allontana dunque pure da lui. Allora, pur convergendo tutti, in accelerazione, verso un punto comune, si vedono tutti allontanarsi reciprocamente. Hubble era un po’ come il secondo paracadutista che fa qui i rilevamenti. Solo che non si accorse dell’esistenza della accelerazione di contrazione come background.
    A tale scenario, ogni tanto, oppongono l’obiezione secondo cui per due paracadutisti perfettamente paralleli, ossia uno di fianco all’altro, l’allontanamento non ci sarebbe. Beh, questa è una situazione limite che è la classica eccezione che conferma la regola. Nella Legge di Hubble per l’Universo in espansione, invece, le eccezioni manco si contano e la Legge di Hubble è violata quotidianamente!

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