Bloccato da un giudice in Brasile il decreto “ammazza-Amazzonia”
0Ma il governo è già pronto a fare ricorso. Wwf: violate le tutele ambientali e i diritti dei cittadini
Il 30 agosto, l’Advocacia-Geral da União (Agu), la procura generale del Brasile, ha annunciato detto che farà appello contro la decisione del giudice del TRF1. C’era da aspettarselo, visto che il decreto di Terner è il frutto delle pressioni e delle complicità del governo di destra brasiliano con la lobby mineraria che punta alle miniere d’oro, ferro, manganese e tantalio della Renca, anche se per questo occorre cancellare 9 zone federali e statali protette: Parque Nacional Montanhas do Tumucumaque, Florestas Estaduais do Paru e do Amapá, Reserva Biológica de Maicuru, Estação Ecológica do Jari, Reserva Extrativista Rio Cajari, Reserva de Desenvolvimento Sustentável do Rio Iratapuru e Terras Indígenas Waiãpi e Rio Paru d`Este
La decisione del presidente brasiliano ha addirittura ignorato anche un parere del ministero dell’ambiente che chiedeva di mantenere la Renca a causa del forte rischio di far aumentare la deforestazione nella regione. Infatti, il parere del giudice del TRF1 indica il rischio di un aumento della deforestazione in Amazzonia e il ministero dell’ambiente spiega che dei 46.501 dei 45.767 km2 della Renca sono coperti da foreste e 206 Km2 da fiumi. La zona “libera” è solo circa 528 Km2, l’1,1% del totale.
Il Wwf Brasil Sottolinea: «E’ questa pressione, nell’intenzione del ministero dell’ambiente, che può portare a una maggiore deforestazione nella regione, oltre a indurre la migrazione di persone nell’area e ad b vere un impatto sulle comunità tradizionali che vi abitano, generando violenza e degrado».
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