Strage di balene franche nell’Atlantico a causa dell’uomo: ne restano solo 500
Dal 7 giugno sono state rinvenute in acque canadesi le carcasse di nove balene franche nordatlantiche, alcune delle quali presentano ferite procurate dall’impatto con imbarcazioni e i resti di reti da pesca. Sono tra i cetacei più minacciati di estinzione.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it
In poco meno di due mesi, nelle acque del Golfo di San Lorenzo (Canada) sono state rinvenute le carcasse di ben nove balene franche nordatlantiche (Eubalaena glacialis), tra gli animali maggiormente esposti al pericolo di estinzione del pianeta. Basti pensare che in tutto l’Oceano Atlantico, dove questi maestosi cetacei sopravvivono, ne restano appena 500 esemplari. Dunque una decina di decessi in un lasso di tempo così ridotto – la prima balena morta fu trovata il 7 giugno – rappresenta un colpo durissimo alla ripresa della specie, considerando che tutti gli animali coinvolti erano in età fertile.
DFO confirms 9th death of North Atlantic right whale in Atlantic Canada in recent months https://t.co/lpzva8Orzg
— Right Whale Research (@RightWhaleScoop) 1 agosto 2017
L’aspetto più drammatico della situazione è che per buona parte dei decessi è stata confermata la responsabilità dell’essere umano, mentre per altri si attendono gli esisti degli esami autoptici nelle prossime settimane. Le gravissime ferite riportate da alcune balene sono perfettamente compatibili con l’impatto di una grossa imbarcazione, e non a caso il traffico marittimo è in cima alla lista dei pericoli che questi animali debbono affrontare, seguito dalle reti da pesca e dall’inquinamento dell’habitat, compreso quello acustico. Su un’altra carcassa sono stati trovati i resti di una rete, che ha intrappolato la balena sino ad ucciderla.
Necropsy completed for 8th right whale found dead https://t.co/GKxi1uZ0tA
— Shane Dickeson (@ShaneDickeson) 23 luglio 2017