Quasi certo il riscaldamento di 2°C entro fine secolo

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Quasi certo il riscaldamento di 2°C entro fine secolo

La probabilità che nel 2100 il riscaldamento globale eguagli o superi il limite fissato dagli accordi di Parigi è del 90 per cento, e i margini di manovra per mantenere l’aumento di temperatura entro 2 °C entro fine secolo si stanno restrigendo
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C’è il 90 per cento di probabilità che entro la fine del secolo il riscaldamento globale rispetto all’inizio dell’era industriale si attesti fra i 2 °C e i 4,9 °C, mentre le speranze che sia contenuto entro gli 1,5-2 °C, come previsto dagli accordi di Parigi del 2016, sono residuali, fra il 5 e il 10 per cento. Non basta, i margini di manovra per centrare il bersaglio fissato dall’accordo nella capitale francese si stanno rapidamente restringendo. E’ questo il verdetto di due nuove ricerche pubblicate su “Nature Climate Change”, basate su tecniche di analisi differenti dai modelli climatologici solitamente usati.

Quasi certo il riscaldamento di 2 °C entro fine secolo
La Valle della Morte in California (Cortesia National Park Service)

Nello studio effettuato da ricercatori dell’Università di Washington a Seattle e dell’Università della California a Santa Barbara, Adrian E. Raftery e colleghi si sono focalizzati su tre parametri che sostengono gli scenari per le emissioni future: popolazione mondiale, prodotto interno lordo per persona e quantità di carbonio emessa per ogni dollaro di attività economica, nota come intensità di carbonio.

Attraverso proiezioni statistiche per ognuna di queste tre quantità basate su 50 anni di dati registrati in tutti i paesi del mondo, lo studio riscontra un valore medio di riscaldamento di 3,2 °C entro il 2100 e una probabilità del 90 per cento che il riscaldamento di questo secolo si attesti tra 2,0 e 4,9 °C.

Quasi certo il riscaldamento di 2 °C entro fine secolo

Biosphoto / AGF

Le analisi hanno mostrato che l’aumento della popolazione ha di per sé un impatto abbastanza piccolo sul riscaldamento, poiché la maggior parte dell’aumento della popolazione si registrerà in Africa, dove l’uso dei combustibili fossili è relativamente ridotto. Ciò che più conta è l’intensità del carbonio. Questo valore è

diminuito negli ultimi decenni, grazie all’aumento dell’efficienza e alle norme per ridurre le emissioni di carbonio. La velocità con cui questo valore diminuirà nei prossimi decenni – osservano i ricercatori – sarà cruciale per determinare il riscaldamento futuro.

Lo studio di Thorsten Mauritsen del Max-Planck-Institut per la meteorologia ad Amburgo e di Robert Pincus dell’Università del Colorado a Boulder è stato invece basato esclusivamente sulle osservazioni del sistema climatico del passato, come il tempo di permanenza della CO2 in atmosfera e l’inerzia termica degli oceani (l’inierzia termica esprime la velocità con cui qualcosa varia la propria temperatura in risposta a una sollecitazione termica). “Le nostre stime si basano su cose già accadute, cose che possiamo osservare e considerano la parte del riscaldamento futuro che è già ipotecata dalle emissioni passate”, ha dichiarato Mauritsen. “Le future emissioni di anidride carbonica aggiungeranno un ulteriore riscaldamento a quello così già ipotecato”.

Le analisi dei due ricercatori indicano in particolare che se tutte le emissioni di combustibili fossili cessassero nel 2017, allora nel 2100 si registrerebbe un riscaldamento di 1,3 °, rendendo estremamente difficile il contenimento a 1,5 °C.

A dare infine un significato sinistramente concreto all’idea di riscaldamento climatico viene un terzo articolo – pubblicato sempre su “Nature Climate Change” – in cui i ricercatori dell’Università della North Carolina a Chapel Hill hanno calcolato l’eccesso di morti dovuto all’effetto del riscaldamento sull’inquinamento atmosferico. Se l’attuale andamento del riscaldamento dovesse continuare, nel 2030 ci sarebbe un eccesso di 60.000 morti e di 260.000 nel 2100. Questo perché le temperature più calde accelerano le reazioni chimiche che creano gli inquinanti atmosferici come l’ozono e il particolato fine.

E questo senza contare che il cambiamento climatico può influire sulla salute attraverso cambiamenti nello stress termico, accesso all’acqua potabile, aumento di eventi meteo estremi e diffusione di malattie infettive

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