Nate 85 tartarughine a Marina di Campo. La cronaca di un “miracolo” organizzato (VIDEO E FOTOGALLERY)

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Nate 85 tartarughine a Marina di Campo. La cronaca di un “miracolo” organizzato (VIDEO E FOTOGALLERY)

E’ arrivata la nascita delle ritardatarie, che hanno fatto passare il totale da 50 a 85. Un grande successo per la biodiversità e il mare
di Legambiente Arcipelago Toscano
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Era appena calata la notte del 12 agosto a Marina di Campo quando, alle 21,26, è avvenuto il piccolo miracolo che tutti aspettavano al sito di nidificazione di una tartaruga marina che un grosso esemplare di  Caretta caretta aveva scavato all’alba del 20 giugno, depositandovi le sue preziose uova.  E’ stata una emozionatissima signora – Isa – che era diventata una dei più affezionati tra le migliaia di visitatori che in questi ultimi 55 giorni sono andati quotidianamente  chiedere informazioni ai bagnini dei bagni da Sergio e Paglicce e ai volontari organizzati da Legambiente che lo hanno presidiato – a dire che nel piccolo avvallamento creatosi nella sabbia del nido c’era qualcosa di nero. Un’altra Isa, la responsabile dell’organizzazione dei volontari, Isa Tonso di Legambiente Arcipelago Toscano,  ha riposto che quel nero erano due tartarughine  che facevano capolino dal nido… e si è scatenato un ordinato delirio: la signora che ha avvistato per prima i piccoli è quasi svenuta per l’emozione, all’interno del recinto protetto per consentire un ammaraggio in sicurezza delle tartarughine si sono subito precipitati Sergio Ventrella, responsabile dell’Osservatorio Toscano della Biodiversità (OTB) della Regione Toscana, Cecilia Mancusi, dell’Arpat e le biologhe di TartAmare, mentre i volontari organizzati da Legambiente e dall’Acquario dell’Elba  impedivano che i curiosi che, non appena si è diffusa la notizia, si stavano affollando a centinaia l’area, entrassero nel corridoio protetto o scattassero foto con il flash.  A contare le tartarughine all’ingresso in mare c’erano le biologhe di TartAmare e i bagnini di Sergio e Marianne Ackermann di Legambiente Arcipelago Toscano ed è lei che ha annunciato la cifra ufficiale subito confermata da Ventrella e Mancusi: 50 tartarughine hanno raggiunto il mare dell’Arcipelago Toscano. «Sono arrivate a gruppi abbastanza ordinati – spiega la Ackermann –  sembravano bambini in un’allegra gita scolastica: prima due diversi gruppi di 10 tartarughine, poi 3, poi 7 e il resto alla spicciolata».

Dopo aver superato la risacca di un mare quasi immobile, disturbate solo dalla luce di qualche telefonino improvvidamente acceso  – e subito fatto spegnere dai volontari – che aveva fatto tornare indietro un gruppetto attratto dalla luminosità, le tartarughine hanno conquistato il mare dell’Arcipelago Toscano e si sono dileguate nella notte, verso misteriose destinazioni che nessuno fortunatamente conosce. Tutto è finito in meno di mezzora. Poi grande soddisfazione, emozione, abbracci, pacche sulle spalle e brindisi… e ancora una marea di curiosi a premere e a chiedere informazioni.

«E’ stato davvero molto emozionante assistere a questa nascita straordinaria: la prima volta nota all’Isola d’Elba e in uno dei punti più a nord che si conoscono, in mezzo ai bagni e agli ombrelloni  di due affollatissimi stabilimenti balneari – dice Isa Tonso – Un evento bellissimo che premia la pazienza di Legambiente Arcipelago Toscano e degli altri volontari di Animal Project, Enpa, gli uomini e le donne della Racchetta – Protezione Civile, gli Scout e soprattutto le insostituibili biologhe marine di TartAmare e dei moltissimi semplici cittadini che ci hanno aiutato a presidiare il nido per ben 55 giorni. Voglio anche ringraziare il guardiano degli stabilimenti balneari, Federico, che ha scoperto la nidificazione e Yuri Tiberto, dell’Acquario dell’Elba che l’ha confermata, portando alla luce per qualche secondo il primo uovo. Da ringraziare anche gli scettici che non hanno smesso di scrivere scempiaggini su  Facebook su una “falsa” deposizione orchestrata e su “false” foto scattate da Legambiente quando la mamma tartaruga è tornata il 5 luglio  in perlustrazione sulla spiaggia per un seconda nidificazione che purtroppo non c’è stata. Sono stati divertenti ed ancora più divertente è pensare cosa potranno mai dire dopo essere stati così clamorosamente smentiti da Madre Natura».

Chi aveva sempre azzeccato tutto sono le magnifiche e determinate biologhe e i volontari di TartAmare che hanno assistito con grande professionalità e competenza Legambiente Arcipelago Toscano: è stata Chiara, una giovane biologa di TartAmare, a dire ieri che le tartarughine avrebbero potuto nascere da intorno alle 21,30 in poi e sono state le biologhe grossetane ad adeguare ed a rendere più “sicura” la pista di ammaraggio delle tartarughine che era stata realizzata dai Bagni da Sergio.

«Senza l’entusiasmo dei bagnini e del titolare dei bagni da Sergio sarebbe stato difficile gestire un evento del genere nella spiaggia più affollata dell’Elba», spiega Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana che è anche colui che ha avvistato e fotografato sulla strada litoranea asfaltata di Marina di Campo mamma tartaruga che la notte del 5 luglio era tornata per una seconda nidificazione non riuscita.     

Mazzantini aggiunge: «Questo grande successo non sarebbe stato possibile senza l’impegno del Sindaco di Campo nell’Elba Davide Montauti – che era presente alla schiusa delle uova –   e della sua giunta, senza le telecamere messe dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che ha anche ospitato, insieme all’hotel Elba, gli esperti inviati dalla Regione e da TartAmare. E’ stata particolarmente utile la presenza degli uomini della Capitaneria di Porto di Portoferraio e dei Carabinieri forestali che ci hanno consentito di far capire l’importanza e la delicatezza di questo evento naturale. Ma chi vogliamo ringraziare più di tutti sono i nostri magnifici volontari – soprattutto volontarie – che per 55 lunghi giorni hanno vigilato sul nido e le tartarughine, dando pazientemente informazioni  a turisti e curiosi insieme allo staff dei bagni da Sergio. Isa e i nostri soci/e campesi hanno fatto un lavoro splendido, mettendo prima di tutto e tutti l’interesse di questi magnifici animali».

La Mancusi dell’Arpat  e Ventrella dell’OTB confermano che «Nonostante la deposizione molto rapida, si tratta di una nidificazione di grande successo e con piccoli di tartaruga molto grossi e vivaci, alcuni dei quali raggiungevano i 6,5 cm, rispetto ad una media di 5 e con piccoli di poco più di 4 cm. A questo si deve aggiungere che probabilmente sotto la sabbia ci sono tartarughine che non erano ancora pronte ad uscire e che nelle prossime ore e giorni potrebbero far salire i numeri delle uova deposte e schiuse».

Infatti, i volontari di Legambiente si stanno preparando ad altri 4 giorni di sorveglianza del nido, poi l’area verrà delicatamente scavata dagli esperti ala ricerca di eventuali tartarughine ritardatarie con problemi e per estrarre i gusci delle uova, attraverso un’indagine genetica, scoprire se si tratta di maschi e femmine, se sono in salute e, addirittura la probabile provenienza della madre.

Qualcuno, visto che il 12 agosto si festeggiava Santa Chiara, patrona di Marciana Marina, ha detto che le tartarughine andrebbero chiamate Chiarina e i tartarughini Gaetano, come il santo patrono di Marina di Campo, che si festeggia il 7 agosto.

AGGIORNAMENTO DEL 14 AGOSTO 2017

Nate altre 35 Tartarughine e forse ce ne sono ancora!

Dopo che il 12 agosto erano uscite dal nido scavato e ricoperto di sabbia dalla mamma “Federica” all’alba del il 20 giugno, a Marina di Campo si è ripetuto il miracolo della nscita delle tartarughine. Ma questa volta i piccoli e morbidi esserini che superando mille pericoli diventeranno rettili marini corrazzati, non si sono precipitati in mare tutti insieme. Il primo ed isolato esemplare, una coraggiosa tartarughina “grossa” e determinata, è uscito dal nido intorno alle 21,30, allertando i volontari di Legambiente e Letizi Marsili, una notissima biologa dell’Università di Siena che presidiava il nido, ma anche frotte di curiosi, alcuni dei quali hanno mostrato pochissimo rispetto per le tartarughine e il lavoro di chi le protegge, utilizzando flash, telefonini accesi e tentando di invadere la corsia di ammaraggio preparata dal personale dei bagni da Sergio e dalle biologhe di Tartamare. Come dice Giovanna Neri di Legambiente «La prima tartarughina ha fatto un passaggio da red carpet tra due ali di folla»,  Alle 22, 23 ha fatto capolino dal buco creatosi il giorno prima nel nido un altro esemplare, ma questa volta non era solo e il mare è stato raggiunto d un’allegra flotta di 19 tartarughine, scatenando fotografi autorizzati e non e costringendo i volontari di Legambiente  a redarguire pesantemente chi non rispettava le regole. E’ probabilmente questo secondo gruppo di piccoli rettili marini ad avere avuto più difficoltà: a causa della corrente, ma soprattutto perché attratte dalle luci del Paese, alcune tartarughine sono state spinte all’estremità occidentale della spiaggia di Marina di Campo, . all’altezza del Club del Mare, a molte centinaia di metri da dove sono nate e quasi nell’area portuale, dove la  notte precedente erano state avvistati diversi esemplari, probabilmente disorientati dalle luci del porto. I carabinieri hanno avvertito i volontari di Legambiente della presenza delle tartarughine disorientate e che stavano tentando di risalire la spiaggia, pericolosamente vicine la strada in un luogo trafficatissimo, già circondate da curiosi e sorvolate da gabbiani nonostante fosse notte fonda. Di fronte a una situazione anomala, che non aveva niente di naturale e determinata da un pesante disturbo antropico – l’inquinamento luminoso – la dottoressa Marsili ha deciso di salvare i piccoli disorientati che sono stati raccolti – rigorosamente con i guanti per evitare ogni possibile contaminazione – collocati in un contenitore adatto e trasportati dai bagnini del bar da Sergio fuori dalla diga del porto di Marina di Campo, nel mare buio che è la loro salvezza.   Mentre erano in corso le concitate fasi del salvataggio,  alle 24,24 al nido facevano la loro comparsa altre 13 tartarughine, seguite da altre 2 alle 24,41.  Alla fine, nel secondo giorno di schiusa, hanno raggiunto il mare dell’Elba altre 35 tartarughine, 85 in tutto con le 50 del giorno prima.

Purtroppo, insieme alla maggioranza di curiosi rispettosi del lavoro degli esperti dell’Osservatorio della biodiversità dela Regione Toscana , degli scienziati e dei volontari, c’è anche una minoranza di curiosi invadenti il cui unico scopo sembra essere quello di scattare una foto da esibire al ritorno delle vacanze. Come spiega una volontaria di Legambiente «A un certo punto, quando ne sono uscite 19 tutte insieme, sul lato destro della pista di ammaraggio c’è stato un tentativo di sfondamento con rottura delle strisce bianco/rosse. I più esagitati si sono calmati un po’ solo quando sono arrivati i carabinieri forestali del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Invece la gente ci ha aiutato molto al Club del Mare, dove il recupero delle tartarughine disorientate e in pericolo è stato possibile grazie anche a turisti ma soprattutto al titolare e bagnino del bagno da Sergio, in maniera quasi rocambolesca e in contemporanea alla seconda uscita dal nido. Siamo sempre stati circondati da gente invadente, ma fortunatamente la maggioranza si è comportata con rispetto e civiltà e ci ha dato una mano a contenerli. Abbiamo finito alle 3 di mattina. Gli altri volontari sono rimasti fino a che non ha fatto giorno. E stanotte aspettiamo le ultime ritardatarie, sperando che ci siano meno comportamenti non corretti e che venga rispettata meglio l’ordinanza del Comune che prevedeva di mitigare  l’illuminazione e l’inquinamento luminoso».

Isa Tonso, coordinatrice dei volontari  Legambiente Toscana, sottolinea: «Mamm Federica ha fatto proprio un bel lavoro. 85 nati sono già una deposizione di grandissimo successo. Per Marina di Campo, l’Elba e l’intero Arcipelago Toscano è una cosa bellissima. Ci vorrebbe solo un po’ più di rispetto per chi ha lavorato gratuitamente – con cuore, passione e intelligenza –  perché questo potesse avvenire nella massima tranquillità e per garantire l’unica cosa che dovrebbe interessare davvero: la salvaguardia e la sopravvivenza di questi bellissimi animaletti».

Legambiente invita tutti a partecipare a questo miracolo della natura tenendo prima di tutto in mente il benessere e l sopravvivenza delle tartarughine. Quindi non bisogna utilizzare flash o luci per fotografare;  occorre rispettare il lavoro di esperti e volontari non introducendosi nel corridoio di salvaguardi delimitato dal nastro bianco-rosso; è bene segnalare eventuali tartarughine in difficoltà lontane dall’area del nido, ma senza assolutamente toccarle.

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