Incendi anche in Groenlandia. “Fiamme a 150 km dal Circolo polare artico” (VIDEO)
Il direttore delle campagne Greenpeace Onufrio in un tweet: “Forse causati da incauti turisti”
www.repubblica.it
Anche la Groenlandia brucia. Da giorni ormai nella parte occidentale, ci sono fiamme tra i ghiacci, nella zona in cui prima c’era il permafrost. “Per la prima volta in assoluto, incendi a 150 km dal circolo polare artico”, ha twittato Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace Italia, dal suo profilo social @gonufrio. Altri incendi si sono verificati nella zona, ma questo è l’incidente più grande mai visto dal satellite.
“L’ondata di calore di quest’ennesima, anomala, estate sta distruggendo il patrimonio ambientale italiano a ritmi preoccupanti – si legge sul sito di Greenpeace Italia – secondo dati raccolti da Legambiente a fine luglio erano già andati in fumo quasi 75.000 ettari del nostro paese. Più di quanto bruciato l’anno scorso.
The Greenland fire evolution since July 29 as captured by @ESA_EO ‘s #sentinel2 pic.twitter.com/Iuk9blyui9
— Stef Lhermitte (@StefLhermitte) 9 agosto 2017
Le cause sono note e la ‘sorpresa’ di troppi pare fuori luogo: azioni criminali (della criminalità organizzata o di singoli, per gesti di pura follia o di meditato calcolo) e dissesto del territorio con una manutenzione dei suoli, delle foreste e del patrimonio naturale in genere che non è all’altezza di un paese del g7. Stupisce che in questo contesto non si discuta in modo approfondito degli effetti (ci sono? non ci sono?) dell’eliminazione del corpo forestale dello stato (adesso carabinieri forestali, senza più compiti specifici di lotta agli incendi) che sembrerebbe aver creato vari intoppi al contrasto ai roghi”.
Immagini: Pierre Markuse/Flickr
“C’è tuttavia un terzo elemento, Altrettanto prevedibile e previsto – si legge – che doveva essere considerato e non lo è stato: il clima è cambiato. L’estate torrida del 2003 ha lasciato in europa una lunga e tragica scia di morti ‘in eccesso’ (prevalentemente anziani e soggetti debilitati): almeno 80.000 Persone in dodici paesi. Che qualcosa del genere dovesse ricapitare, prima o poi, lo si sapeva. E che quest’anno, dopo un inverno anomalo, ampie fette del paese fossero in ‘crisi idrica’ era palese, almeno dal mese di aprile. Un chiaro campanello d’allarme per tutti. In particolare per chi ci governa e può e deve intervenire con urgenza per mettere in pratica quanto deciso con l’accordo di parigi sul clima: a cominciare dall’eliminazione dell’uso di combustibili fossili.
I quickly made an overview of the MODIS active fires since 2000 over Greenland ifo confidence level. Many low confidence fires in the past pic.twitter.com/iEwJfDCz8W
— Stef Lhermitte (@StefLhermitte) 7 agosto 2017