Teletrasportato per la prima volta un ‘oggetto’ dalla Terra a un satellite in orbita!
Sfruttando il misterioso fenomeno dell’entanglement quantistico, ricercatori cinesi sono riusciti a ‘teletrasportare’ un fotone dalla Terra a un satellite che orbitava a 500 chilometri di altezza.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it
Ricercatori del Progetto Micius, il cui nome deriva dal satellite cinese lanciato in orbita lo scorso anno, sono riusciti a teletrasportare quantisticamente un fotone dalla Terra al dispositivo orbitante, quando quest’ultimo si trovava a un’altezza di 500 chilometri rispetto alla stazione da cui è partito il segnale. Benché possa apparire curioso, a rappresentare il dato eccezionale è proprio la distanza, dato che il fenomeno del cosiddetto entanglement quantistico è ben noto agli scienziati: da anni, infatti, si “teletraspostano” particelle nei laboratori di tutto il mondo. Sino ad oggi, tuttavia, nessuno era riuscito a raggiungere una simile distanza, sebbene nelle scorse settimane gli stessi ricercatori avevano raggiunto i 1200 chilometri sfruttando la divisione dei segnali.
Prima di entrare nel merito della notizia è doveroso spendere qualche riga sull’entanglement, un fenomeno della meccanica quantistica (osteggiato dallo stesso Albert Einstein) che oggi rappresenta una realtà, per quanto ancora misteriosa e concettualmente bizzarra rispetto alla fisica classica. Per entenglement quantistico si intende un intimo legame tra due particelle, laddove al cambiamento di una delle due ne avviene uno di verso opposto nell’altra. Fin qui nulla di fantascientifico, ma il dettaglio straordinario risiede nel fatto che esso non è legato alla distanza tra le due particelle. In pratica, se ne altero una a Roma l’altra ‘risponde’ automaticamente anche se si trova a New York, sulla Luna, o al di fuori del Sistema solare. Teoricamente non ci sono limiti di spazio.
Riuscendo a governare un simile prodigio si possono ad esempio ottenere sistemi di comunicazione praticamente inviolabili, ed è proprio su questi principi che si basano i computer quantistici. Poiché l’entanglement quantistico è un legame estremamente delicato, che può interrompersi facilmente a causa di interferenze nello spazio che intercorre tra una particella e l’altra, sino ad oggi non si era riusciti a superare determinate distanze. I ricercatori cinesi, tuttavia, sfruttando una stazione in Tibet a 400 metri di altitudine sono riusciti a “teletrasportare” i fotoni a ben 500 chilometri, dimostrando che è possibile superare l’ostacolo prodotto dall’atmosfera.
Il teletrasporto quantistico non deve essere confuso con quello fisico visto nei film di fantascienza, perché non avviene un vero e proprio teletrasporto di informazioni o materia, ma semplicemente si trasferisce lo stato di una particella modificata in un punto A ad una che si trova in un punto B, in questo caso specifico quello di un fotone. I ricercatori cinesi, in parole semplici, hanno usato coppie di fotoni legate fra loro dall’entanglement, e nel corso di un mese hanno spedito milioni di singoli ‘partner’ – attraverso un laser – verso il satellite. Dai test è emerso che in 911 casi l’entanglement quantistico si è mantenuto, nonostante i 500 chilometri di distanza tra la coppia di fotoni separati. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati su arXiv e sulla pagina scientifica del MIT.