Scoperta una Stella Mignon: è la più piccola mai misurata!

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Scoperta una Stella Mignon: è la più piccola mai misurata!

È il più piccolo sole mai scoperto dagli astronomi e quasi sicuramente il più piccolo che una reazione di fusione nucleare possa alimentare. Poco più grande del nostro Saturno si trova a 600 anni luce dalla Terra, si chiama Eblm J0555-57Ab
di Davide Coero Borga
www.media.inaf.it

La piccola EBLM J0555-57Ab, messa a confronto con i giganti del nostro Sistema solare e TRAPPIST-1.

Un gruppo di astronomi guidato dall’Università di Cambridge ha scoperto il più piccolo sole mai misurato nel cielo. Poco più grande del nostro Saturno, ha una forza di gravità circa 300 volte più forte di quella che siamo abituati a sopportare qui sulla Terra. Si tratta quasi sicuramente dell’astro celeste più piccolo che mai avremo modo di contemplare: una sorta di minimo storico oltre il quale è impossibile immaginare possano aver luogo le normali reazioni di fusione nucleare che alimentano una stella.

Si chiama Eblm J0555-57Ab, si trova a 600 anni luce dalla Terra e ha una massa appena sufficiente a garantire la fusione dei nuclei di idrogeno in elio. Un oggetto più piccolo non potrebbe garantire una pressione al centro della stella bastevole a consentire a questo processo di svolgersi. E la fusione dell’idrogeno è la fonte di vita di un sole, lo sanno bene i fisici nucleari che da anni stanno cercando di replicare questo processo in laboratorio e che potrebbe, domani, aprire nuovi scenari nel comparto energetico.

Le stelle in miniatura come Eblm J0555-57Ab sono anche le migliori candidate per ospitare esopianeti potenzialmente abitabili, che possono avere acqua liquida in superficie, come la chiacchierata Trappist-1, piccola, fredda, e circondata da sette mondi lontani simili alla Terra.

Scoperta grazie ai dati raccolti dal cacciatore di esopianeti Wasp (gestito dalle università di Kelee, Warwick, Leicester e St Andrews), Eblm J0555-57Ab fa parte di un sistema binario ed è stata individuata mentre transitava di fronte al suo decisamente più voluminoso compagno, un metodo che viene solitamente utilizzato per rilevare pianeti e non stelle. Tutti i dettagli sull’ultimo numero di Astronomy & Astrophysics.

«Questo nostro studio mostra quanto piccola possa essere una stella», spiega Alexander Boetticher del Cavendish Laboratory and Institute of Astronomy di Cambridge e primo autore della ricerca. «Se questo sole presentasse una massa leggermente inferiore, la reazione di fusione dell’idrogeno nel nucleo della stella non potrebbe avere luogo e avremmo avuto una nana bruna».

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