Il mese di giugno e la prima parte di luglio sono stati caratterizzati da temperature ben al di sopra della norma e da condizioni decisamente siccitose: insomma, la prima metà (meteorologica) dell’estate somiglia molto ad altre stagioni estive passate alla storia per il gran caldo, come ad esempio quelle del 2003 e del 2012. In effetti, come dimostrano anche le analisi del ECMWF (vedi immagine) il mese di giugno ha fatto registrare temperature insolitamente alte in gran parte dell’Europa Centrale e Meridionale, compresa l’Italia, e deficit di pioggia importanti nell’area del Mediterraneo Occidentale e in particolare in Italia.
Dove però la situazione per il nostro Paese si fa davvero critica è nel contenuto di umidità del terreno: i primi centimetri di suolo sono molto più secchi del normali, e in Europa solo in Italia e nel nord della Francia si osservano situazioni così anomale. Un deficit di umidità che nasce da lontano, ovvero dalla perdurante siccità che nei primi sei mesi dell’anno ha fatto mancare circa la metà delle piogge che normalmente cadono sul nostro territorio. E proprio la grave siccità e le condizioni estremamente asciutte del terreno spiegano, almeno in parte, le temperature elevate di questa prima metà dell’estate.
Senza dubbio la causa prima del caldo intenso dlele ultime settimane va ricercata nell’insistente presenza dell’Anticiclone Nord-Africano, alta pressione che scatena ondate di caldo più intense e afose, ma se la sua azione è stata così efficace è anche perchè ha trovato nella nostra Penisola un terreno assai povero di umidità già agli inizi della stagione. Normalmente infatti a inizio estate molta della radiazione solare viene spesa per far evaporare l’umidità accumulata nel terreno durante le stagioni primaverile e invernale: un processo che limita il surriscaldamento del suolo e quindi, di conseguenza, anche quello dell’aria (che riscalda per contatto per il terreno). Tuttavia, se già a inizio stagione il terreno si presenta povero di umidità, l’energia dei raggi solari viene utilizzata da subito per surriscaldare il terreno e quindi anche l’aria diventa molto calda già nelle prime settimane dell’estate.
Qualcosa di simile accadde anche nel 2003, durante l’estate più calda degli ultimi secoli: anche in quell’annata infatti la stagione estiva arrivò dopo mesi di grave siccità, che strinse d’assedio la nostra Penisola anche durante tutta l’estate, favorendo così – con la complicità dell’insistente presenza dell’alta pressione “africana” – un’unica interminabile e intensa ondata di caldo, che strinse d’assedio il nostro Paese da inizio giugno fino a fine agosto. In quell’annata un’ulteriore spinta al caldo record arrivò dal Niño, anomalia climatica che rende l’Anticiclone Nord-Africano ancor più deciso nella sua espansione verso il Mediterraneo. Non a caso in Italia il mese di giugno di quest’anno è il secondo più caldo di sempre, battuto appunto solo da quello eccezionale del 2003.