In futuro avremo siccità sempre più gravi, soprattutto in Europa!

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In futuro avremo siccità sempre più gravi, soprattutto in Europa!

L’aumento dell’evaporazione e i cambiamenti nel regime delle piogge causeranno notevoli deficit idrici

Ritratto di Mario Giuliacci

in redazione Col. Mario Giuliacci
www.meteogiuliacci.it

Le serie di dati che descrivono gli ultimi 60 anni di piogge, portata dei fiumi e siccità attraverso tutto il Globo mostrano il graduale inaridimento di vaste regioni continentali e si stima che oramai circa il 30% delle terre emerse soffra con una certa regolarità di periodi siccitosi di varia gravità. E una ricerca di recente pubblicata sulla rivista scientifica Nature Climate Science afferma purtroppo che in futuro le cose sono destinate a peggiorare, e anche di molto!

Aiguo Dai, autore dello studio e ricercatore presso il National Center for Atmospheric Research di Boulder (Colorado), ha infatti utilizzato un modello fisico-matematico per simulare l’evoluzione del clima durante il XXI secolo, e l’analisi dei tassi di evaporazione previsti e delle stime su piogge e umidità del terreno indicano chiaramente che grosse fette del Pianeta entro la fine del secolo diventeranno più aride. In particolare, come si può notare dall’immagine che descrive un indice rappresentativo delle condizioni di siccità, a rischiare maggiormente sembrano essere soprattutto Europa e Amazzonia: i colori delle tonalità del viola e rosa, fino al bianco, indicano infatti le regioni che, in base alle proiezioni dei modelli, saranno afflitte da frequenti periodi di grave siccità!

In ogni caso la maggior parte del Pianeta sembra destinata ad andare incontro a episodi di siccità ricorrenti: le colorazioni del rosso e del giallo indicano infatti anch’esse situazioni a evidente rischio siccità, anche se meno insistenti e severe. Il progressivo inaridimento previsto in diverse regioni del Globo sarebbe una conseguenza, per quelle aree, sia di una diminuzione delle piogge causata dal passaggio di un minor numero di perturbazioni sia da una maggior tasso di evaporazione prodotto da temperature via via sempre più alte.

Tuttavia, per stessa ammissione dell’autore della ricerca, le simulazioni al computer effettuate con i dati passati mostrano ancora delle discrepanze con le situazioni che si sono effettivamente osservate, per cui anche le proiezioni future potrebbero risultare meno preoccupanti. In particolare le difficoltà del modello utilizzato nel riprodurre correttamente la tendenza del suolo diventare più arido piuttosto che più umido deriva dalla difficoltà nel riprodurre correttamente la naturale variabilità delle temperature superficiali degli oceani, in grado di influenzare profondamente la distribuzione planetaria delle piogge.

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