Antartide, Larsen C prende il largo e minaccia l’Atlantico

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Antartide, Larsen C prende il largo e minaccia l’Atlantico

A68 si è già allontanato di 2,8 chilometri dalla Penisola Antartica e sta generando molteplici iceberg più piccoli, che si stanno dirigendo verso il mare di Weddell e l’Oceano Atlantico meridionale.

di Andrea Centini
scienze.fanpage.it

Come ipotizzavano gli scienziati, l’iceberg A-68 staccatosi dalla piattaforma Larsen C ha iniziato a prendere il largo, e il suo punto più distante si trova già a 2,8 chilometri di distanza dalla banchisa antartica, dalla quale si è separato tra il 10 e il 12 luglio scorso. Ma non solo.

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L’iceberg, uno dei più grandi mai registrati nella storia, con un’estensione di quasi seimila chilometri quadrati per oltre un trilione di tonnellate di ghiaccio, ha iniziato anche a perdere dei frammenti, in pratica iceberg più piccoli che si stanno inoltrando verso il mare di Weddel e l’Oceano Atlantico meridionale.

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Questi ultimi rappresentano la minaccia più concreta per il traffico marittimo, poiché più imprevedibili e difficili da monitorare rispetto al colosso principale; i timori maggiori sono per il trafficato canale di Drake, ma i nuovi rilievi indicano che il ghiaccio stia “scivolando” verso la parte orientale della Penisola Antartica, dunque anche l’Atlantico non è al sicuro.

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Fortunatamente è scongiurato un innalzamento del livello dei mari, che con una simile quantità di ghiaccio avrebbe potuto creare problemi in diverse aree. Quello che si stacca dalle piattaforme è infatti ghiaccio galleggiante, e non comporta gli stessi rischi di una massa ancorata a una parete rocciosa, essendo già in acqua.

In base alle immagini catturate dal satellite spagnolo DEIMOS-1, che nelle rilevazioni è accompagnato dalla sonda Sentinel 1 della costellazione Copernicus dell’Esa e dal CryoSAT, anch’esso dell’Agenzia Spaziale Europea, a destare preoccupazione sono le fratture emergenti che si stanno allargando sulla piattaforma Larsen C, ridotta del 12 percento dopo il distacco di A-68. Se una di esse dovesse raggiungere la Bawden Ice Rise, una porzione critica per la stabilità dell’intera piattaforma, potrebbe esserci un crollo strutturale come quello che fece sparire la Larsen A nel 1995

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