L’Isle de Jean Charles è una piccola isola nella baia sudorientale della Louisiana,  che sta affondando nel Golfo del Messico. Restano 29 alloggi all’asciutto, capaci di ospitare 100 persone, ma si sono tutti trasferiti perché l’inondazione è inarrestabile. L’isola, dal 1955, ha già perso il 98% della sua terra emersa, rendendola, finora, una delle vittime più visibili del cambiamento climatico.

“C’è rimasta solo una piccola striscia di terra”, ha dichiarato Rita Falgout, una residente dell’Isola. “È tutto quello che abbiamo. C’è acqua intorno a noi, dappertutto. Non vedo l’ora di andarmene.

I residenti di luoghi come l’Isle de Jean Charles possono avere una possibilità di trasferirsi attraverso il National Disaster Resilience Competition (NDRC), un programma organizzato dal governo federale. L’obiettivo del programma è quello di aiutare gli Stati e le comunità a recuperare dagli eventi climatici calamitosi e ridurre i rischi per i futuri disastri. Tuttavia, le minacce che sono innescate dai cambiamenti climatici stanno crescendo e colpiscono sempre più comunità; solo la Louisiana, per esempio, perde ogni giorno l’equivalente di un campo di calcio di terra.

Il cambiamento climatico sta interessando le aree costiere più grandi negli Stati Uniti, dall’Alaska fino alla Florida e alla Louisiana. La migrazione causata dal clima è ora una realtà concreta per i cittadini degli USA, non un’idea astratta per far parlare i politici a parlare. Uno studio del marzo 2016 indica che il collasso di alcune ostruzioni di ghiaccio polare potrebbe causare un aumento del livello del mare di 1,8 metri entro il 2100; A sua volta, almeno 13,1 milioni di americani che vivono nelle zone costiere potranno trasformarsi in senza tetto, e quindi profughi climatici. Un aumento più drastico di un metro provocherebbe almeno 4 milioni di senzatetto.

L’unica soluzione a questi problemi è combattere il cambiamento climatico prima che sia troppo tardi. Stati come le Hawaii stanno attaccando il problema con gli obiettivi fissati dagli Accordi di Parigi e diverse città, stati e imprese si stanno unendo insieme per mantenere un impegno coeso di fronte a questo importante problema, indipendentemente dall’azione che il governo federale americano farà, o non farà. Non possiamo trasferire tutti, e la nostra finestra per fare la differenza su questo problema prima che sia troppo tardi, si sta chiudendo. Per fortuna, il mondo non cede.