Nel 2005, quando la sonda Huygens atterrò su Titano, la più grande tra le lune di Saturno, le immagini che arrivarono a Terra sorpresero i planetologi. Mostravano infatti valli, canali e picchi che ricoprivano grandi aree della superficie e che formavano complessi labirinti. Alle prime osservazioni risultò difficile dare un’interpretazione, ma adesso, a distanza di tempo e dopo numerose ricerche, si è arrivati a spiegare tali strutture grazie anche a modelli meteorologici che hanno messo in evidenza fenomeni bizzarri e intense precipitazioni.
Strutture in apparenza simili a quelle osservate su Titano si possono vedere anche sulla Terra e si è perciò fatto riferimento proprio a queste per cercare una spiegazione. «Quando abbiamo visto quelle tracce labirintiche abbiamo subito pensato che ci fosse qualcosa di speciale», afferma Michael Malaska ricercatore del Jet Propulsion Lab (JPL) che studia le immagini che arrivano dalla sonda Cassini.
Un’area di Titano (a sinistra) e una della Terra a confronto. | Nasa / Esa
Non è stato facile definire quali elementi plasmano in tal modo la superficie di Titano perché i processi in atto sono numerosi e articolati.
Vento, piogge, sublimazione e dissoluzione sono i fenomeni che modellano la superficie di Titano. | Nasa / Esa
Dissoluzione: è il primo dei fenomeni in atto. Metano ed etano liquido piovono dal cielo su Titano e fanno letteralmente sciogliere il materiale organico presente sulla superficie. Nel loro percorso, le colate di materiale disciolto si uniscono fino a formare veri e propri canali, come affluenti di un fiume.
Il vento: un ltro elemento importante è l’azione del vento, che agisce su Titano esattamente come sulla Terra.
Sublimazione: è un altro dei fattori che sembrano avere un ruolo importante nel modellare i paesaggi di Titano. È il fenomeno per cui una sostanza passa dallo stato solido a quello gassoso senza transitare dallo stato liquido: è noto che questo tipo di transizione ha modellato i poli di Marte e, benché le temperature su Titano sia più basse, si ritiene che abbia analoga importanza anche per la morfologia della luna di Saturno. In genere, la sublimazione provoca fratture e avvallamenti che poi il vento può ulteriormente modellare.
Un lago di idrocarburi su Titano: a parte la natura del liquido, ha diverse similitudini morfologiche con i laghi della Terra. | Nasa / Esa
La pioggia: su Titano piovono idrocarburi, non acqua. Queste sostanze liquide ma pesanti hanno la capacità (fisica) di scavare e trasportare materiale.
Mettendo insieme questi fenomeni i ricercatori hanno elaborato un software per simulare le condizioni meteorologiche su Titano: i risultati confermano che l’interazione di questi processi può effettivamente modellare i paesaggi di Titano.
Purtroppo la missione Cassini è quasi alla fine: terminerà il 15 settembre 2017, quando verrà fatta precipitare nell’atmosfera di Saturno. Per molto tempo non avremo nuovi dati ravvicinati e molti degli interrogativi sulle caratteristiche di Titano dovranno essere studiati a tavolino, analizzando fin nei minimi dettagli tutto ciò che è sato raccolto finora.