Il Paradiso del Pacifico salvato: 3 associazioni ambientaliste liberano 5 isole dai predatori invasivi (VIDEO)

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Il Paradiso del Pacifico salvato: 3 associazioni ambientaliste liberano 5 isole dai predatori invasivi (VIDEO)

Le Acteon e Gambier tornano ad essere un rifugio per 4 delle specie di uccelli più rare del mondo
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Appena due anni dopo l’avvio dell’ambizioso progetto per liberare dai mammiferi invasivi gli arcipelaghi di Acteon e Gambier della Polinesia Francese, 5 delle 6 isole interessate sono state confermate predator-free. Per ora, in tutto, i predatori introdotti dall’uomo sono stati eradicati da 1.000 ettari di paradisiaci atolli.

Le tre associazioni ambientaliste che gestiscono il progetto di eradicazione, BirdLife International, SOP Manu (partner di BirdLife per la Polinesia Francese) e Island Conservation, dicono «I primi segni indicano già che degli uccelli rari che non si trovano in nessun’altra parte del mondo (endemici) e altri animali e piante autoctoni sono in ripresa, mentre le isole remote ritornano al loro antico splendore».

Tra le specie che potrebbero essere state salvate dall’estinzione c’è la colomba terrestre polinesiana (Gallicolumba erythroptera) che i polinesiani chiamano Tutururu, uno degli uccelli più rari del pianeta con meno di 200 individui rimasti in natura. BirdLife, BirdLife International, SOP Manu  e Island Conservation  spiegano che «La predazione e la competizione dannosa dei mammiferi alloctoni (invasivi) nella Polinesia Francese hanno portato questa e di altre specie di uccelli, endemiche rare, sull’orlo dell’estinzione. La specie è elencata da BirdLife International come in pericolo critico nella Lista Rossa Iucn:  la categoria che segnala un altissimo rischio di estinzione durante le nostre vite».

Steve Cranwell, invasive species manager di BirdLife International, evidenzia che «Il gruppo delle isole Gambier e Acteon ospita l’ultima popolazione vitale della colomba terrestre polinesiana, una specie un tempo molto più diffusa nel Pacifico. Ciò che rimaneva dell’habitat privo di predatori di questo uccello era così piccolo che, senza questo intervento, un ciclone, una siccità prolungata, o ratto accidentale o l’introduzione di una  malattia aviaria potrebbero innescarne l’estinzione».

Si ritiene che le specie di mammiferi introdotti siano responsabili del 90% di tutte le estinzioni di uccelli avvenute dal 1500 in poi. I primi esploratori umani introdussero nelle remote  Acteon e Gambier  specie  invasive come i ratti, sconvolgendo gli equilibri naturali insulari e minacciando flora e fauna autoctone che si sono sviluppate senza difese contro i predatori terrestri.

La coalizione formata da BirdLife International, SOP Manu  e Island Conservation, con il sostegno del governo della  Polinesia francese, dei proprietari terrieri e di altri partner e volontari locali,  ha messo insieme risorse, competenze, attrezzature e logistica  per avviare l’eradicazione dei predatori invasivi in 6 isole: Vahanga, Tenarunga, Temoe, Kamaka, Makaroa and Manui  che sorgono lun go un arco di 1.500 km  nella Polinesia Francese. Un progetto molto impegnatovo, avviato nel 2015, che ha richiesto pianificazione e di raccolta fondi (compresa la partnership con Angri Birds) e che ha avuto bisogno di 9 permessi, 165 ore di volo di elicotteri tre navi che hanno trasportano centinaia di tonnellate di attrezzature e delle ehe avvelenate donate da  Bell Laboratories e Tomcat. Un progetto che ha visto al lavoro in questi remoti paradisi 31 ricercatori provenienti da 6 Paesi e 3 continenti che durante i loro spostamenti tra un’isola e l’altra hanno dovuto affrontare condizioni meteo-marine terribili in viaggi durati anche 12 giorni per raggiungere le isole. Ma gli ambientalisti dicono che «Per la a prospettiva di un futuro migliore per le Tutururu e le  altre specie autoctone insulari, ne è davvero valsa la pena».

Il direttore di SOP Manu, David Beaune, è soddisfatto: «Dopo ampio monitoraggio, un censimento nel mese di aprile ha confermato un grande successo su 5 delle 6 isole. Questo è un risultato straordinario che fornirà una soluzione definitiva per l’allarmante declino  delle specie autoctone di queste isole a causa della predazione e della concorrenza delle specie invasive». Cranwell aggiunge: «Il progetto è più che raddoppiato l’habitat sicuro sia per la colomba terrestre polinesiana che per il Piro-piro di Tuamotu (Prosobonia cancellata) – chiamato localmente: Titi – un uccello terricolo in via di estinzione a livello globale. Le isole vedono ricrescere nuova vegetazione autoctona ed entrambe le specie di uccelli ora sono ora stabili e sono sepre di più sull’isola di Tenarunga: qualcosa che non era stato possibile per decenni».

Come spiega Padre  Joel Aumeran , vicario generale della  Chiesa cattolica nelle isole, i benefici vanno ben oltre quelli per la natura: «Senza i ratti, i gestori locali del territorio hanno riferito di un raddoppio del loro produzione copra nel 2016, una delle principali fonti di reddito per queste comunità isolate. Salvaguardare il valore naturalistico delle nostre isole è un fondamento della cultura polinesiana ed è  importante per la Chiesa cattolica. Questo enorme contributo alla vita delle popolazioni locali garantisce che  queste isole recuperino  pienamente e rimangano fre-predators: un’eredità del popolo Puamotu  per le generazioni a venire».

Per Richard Griffiths , direttore del progetto per Island Conservation, «Mentre il successo di questo progetto è di vitale importanza per garantire il futuro per questi uccelli minacciati a livello globale, fornisce anche importanti habitat sicuri per le altre specie endemiche in una regione nella quale ci sono pochissimi habitat invasive-predator-free. Questo successo serve anche da segnale che, se questa operazione viene replicata a questi livelli, le estinzioni causate dalle specie invasive su altre isole remote possono essere evitate».

Secondo Beaune, «Ora dobbiamo aumentare l’areale dell’habitat di queste specie, traslocandone piccole popolazioni  in  isole dove erano state trovate in precedenza, una tecnica di conservazione che in Polinesia si è  dimostrata estremamente efficace. Sono in corso  piani per reintrodurre  Tutururu e Titi a Temoe e per attrarre  altri uccelli marini in pericolo come l’uccello delle tempeste della Polinesia (Nesofregetta fuliginosa) in queste isole senza predatori».

Intanto il team ambientalista sta analizzando l’insuccesso dell’eradicazione dei predatori invasivi nell’isola di Kamaka, per capire cosa può ostacolare gli sforzi di ripristino ambientale in isole complesse e con territori così difficili. Ma con i mammiferi invasivi ormai eradicati da 5 isole l’attenzione della coalizione si sta spostando verso la biosicurezza per prevenire la re-invasione, attraverso il monitoraggio, l’informazione (brochure e indicazioni per i turisti) e ispezioni rigorose sulle navi in ​​arrivo.

Griffiths conclude: «La Polinesia Francese può essere immensamente orgogliosa di aver portato a termine questo progetto che, per la sua portata e complessità, è una prima assoluta per la regione. Il governo della Polinesia francese è ben messo per capitalizzare questo successo e diventare un leader nel Pacifico per liberare le isole dell’Oceania delle specie invasive dannose».

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