Il clima potrebbe cambiare rapidamente se si arrivasse ai punti di non ritorno

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Il clima potrebbe cambiare rapidamente se si arrivasse ai punti di non ritorno

Cambiamenti graduali nella concentrazione di CO2 possono indurre cambiamenti climatici improvvisi
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«Durante l’ultimo periodo glaciale, nel giro di pochi decenni l’influenza della CO2 atmosferica sulla circolazione del Nord Atlantico ha provocato aumenti di temperatura fino a 10 gradi Celsius in Groenlandia». E’ quel che emerge dai nuovi calcoli pubblicati su Nature Geoscience dal team di ricercatori tedeschi, cinesi e britannici autori dello studio “Abrupt North Atlantic circulation changes in response to gradual CO2 forcing in a glacial climate state”.

Lo studio è il primo a confermare che nella storia del nostro pianeta ci sono state situazioni in cui l’aumento graduale delle concentrazioni di CO2 ha innescato bruschi cambiamenti nella circolazione oceanica e portato il clima a “tipping points”, dei punti di “non ritorno”. Questi cambiamenti improvvisi,  come gli eventi Dansgaard-Oeschger, sono stati rintracciati nelle carote di ghiaccio raccolte in Groenlandia.

I precedenti periodi glaciali sul nostro pianeta sono stati caratterizzati da diversi cambiamenti climatici improvvisi alle alte latitudini dell’emisfero settentrionale. Tuttavia, la causa di questi fenomeni passato rimane poco chiara. Per cercare di comprendere meglio il ruolo della CO2 in questo contesto, gli scienziati dell’Alfred-Wegener-Instituts, Helmholtz-Zentrum für Polar- und Meeresforschung (Awi) hanno recentemente condotto una serie di esperimenti utilizzando un modello che mette insieme i dati su ghiaccio, atmosfera e oceano-mare.

Il principale autore dello studio, Xu Zhang del Qingdao national laboratory for marine science,  spiega: «Con questo studio, siamo riusciti a dimostrare per la prima volta come aumenti graduali di CO2 abbiano innescato un rapido riscaldamento. Questo aumento di temperatura è il risultato delle interazioni tra le correnti oceaniche e l’atmosfera, che gli scienziati hanno utilizzato come modello climatico da indagare. Secondo le loro conclusioni, l’aumento della CO2 intensifica gli alisei nell’America Centrale, mentre il Pacifico orientale si riscalda più dell’Atlantico occidentale. Questo a sua volta produce maggiore trasporto dell’umidità dall’Atlantico e, con esso, un aumento della salinità e della densità dell’acqua in superficie. Infine, questi cambiamenti portano a un’amplificazione improvvisa su larga scala del ribaltamento della circolazione nell’Atlantico. Le nostre simulazioni indicano che anche piccole variazioni della concentrazione di CO2 è sufficienti per cambiare il modello di circolazione, il che può finire in improvvisi aumenti della temperatura».

Gli autori dello studio rivelano anche che l’aumento dei livelli di CO2  sono la causa predominante delle modifiche delle correnti oceaniche durante le transizioni tra i periodi glaciali e interglaciali. Il climatologo Gerrit Lohmann, del MARUM- Marine Umweltwissenschaften, Universität Bremen, conclude: «Non possiamo dire con certezza se l’aumento di CO2 livelli produrrà effetti simili in futuro, perché le condizioni quadro di oggi sono diverse da quelle di un periodo glaciale. Detto questo, ora abbiamo la conferma che nel passato della Terra ci sono stati sicuramente cambiamenti climatici improvvisi che sono stati il risultato dl continuo aumento delle concentrazioni di CO2».del nostro Pianeta

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